Dalla Carnia alla Slovenia caccia “impossibile” ai porcini
TRIESTE. Non bastavano gli sbalzi di temperatura, il caldo tropicale seguito da abbassamenti improvvisi di 10-15 gradi. Lo choc termico, che già ha fatto abbastanza danni tra le persone, si è ripercosso anche nei boschi. Dall’Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, finora, è stato tutto un grido di dolore. E non è che i vicini sloveni se la siano passata meglio. Ad oggi, risultava assente un convitato importante delle nostre tavole: Sua Maestà il Porcino, il fungo più conosciuto, emblematico, amato, anche se non necessariamente il più gustoso. L’avvio leggermente ritardato dell’estate e una certa mancanza di piogge nella parte centrale dell’estate lo ha reso praticamente una rarità. Ancora nei giorni scorsi il prezzo dei miceti, ufficalmente assenti in Fvg e abbondanti solo nella zona del Bellunese e a Cortina, ha raggiunto quote molto elevate, fino a 28 euro per un chilo di porcini. Poi si è abbassato di molto (anche 9,80 a Trieste) anche se sulla tracciabilità, e cioè la provenienza del prodotto, tutti gli interrogativi sono aperti.
Difficile, insomma, siano arrivati dalla nostra area. «Siamo appena agli inizi della raccolta - spiega Marino Zugna del “Bresadola” di Muggia, un’autorità nell’area per i funghi - a causa del secco. La raccolta dei porcini inizia adesso, esattamente come l’altr’anno, solo che nel 2012 c’erano condizioni migliori e si trovavano anche nel periodo estivo. Stavolta invece, con la stagione torrida non si è tirato su neanche un fungo. A titolo di paragone - continua Zugna - nel 2010 avevamo raccolto già quintali di ovuli e porcini...».
A dare una nota di speranza, anche e soprattutto per la nostra regione, è la Coldiretti. «Con l’arrivo del maltempo che interrompe bruscamente l’estate - spiegano - gioiscono solo gli appassionati di funghi che attendono la pioggia di settembre come manna dal cielo dopo una stagione iniziata male». In effetti per chiunque mastichi, è il caso di dirlo, l’argomento, l’estate 2013 è stata segnata da una temperatura media superiore di quasi un grado (+ 0,96 gradi centigradi) e dal 30 per cento di precipitazioni in meno secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr. Le poche precipitazioni che si sono verificate sono state rapide e violente mentre - sottolinea la Coldiretti - la nascita dei funghi per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco. L’attività di ricerca - conclude la Coldiretti - non ha solo una natura hobbistica che coinvolge in autunno moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di «professionisti» impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.
E a proposito di “rifornitori”, Igor, sloveno dell’area fa pulizia di tanti luoghi comuni. «L’altr’anno si era incominciata la raccolta in estate e la si era ripresa alla fine di settembre. Quest’anno si ottiene qualche risultato non prima dei 5-600 metri di quota. Possiamo solo sperare che effettivamente arrivino le piogge e continuino le piogge ogni due o tre giorni, anche se finora la bora è assente. Dovrebbe essere un’ottima stagione anche per i tartufai, tra un mesetto, ma prima serve un periodo di abbondanti piogge».
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