«Dal rubinetto acqua eccellente»

AcegasApsAmga rende noto il primo report su analisi fatte in casa e dall’Ass. «E costa meno della minerale»
Di Piero Rauber

Dallo zampillo in mezzo al mare, di fronte allo stabilimento di “Grignano 1”, accompagnato dalle parole di Mogol e dalla musica e dalla voce di Lucio Battisti, sono passati 44 anni. Il filmato in bianco e nero sulle note di “Acqua azzurra acqua chiara”, girato appunto nel ’70 ai piedi di Miramare, precursore dei videoclip musicali, fu per Trieste un vero “spottone”. Ebbene: ora lo “spottone” per Trieste, e per la sua “acqua”, si ripete. Già, perché, in questa città, dai rubinetti esce eppoi si beve proprio acqua azzurra, acqua chiara. Letteralmente: di «qualità eccellente». Non solo: buona e pure economica, dato che costa infinitamente meno della minerale in bottiglia presa al supermercato o alla bottega alimentare.

Parola di Acegas, “al secolo” AcegasApsAmga del Gruppo Hera, la multiutility che, a casa nostra, fornisce il bene pubblico all’utilizzatore finale e gestisce il cosiddetto il ciclo idrico integrato. Ci mancherebbe, si potrebbe obiettare, che chi dà un servizio ne parli pure male. Obiezione respinta alla fonte, tanto per restare in tema: è sì Acegas ad annunciare i risultati dei controlli, non prima però d’aver premesso che tali controlli non sono stati effettuati tutti dal controllato medesimo. Che è stato affiancato anzi, nelle verifiche, da un soggetto pubblico “terzo”, cioè l’Azienda sanitaria.

È di ieri infatti il comunicato di AcegasApsAmga Spa, che dà conto del suo primo report “In buone acque”, ovvero della sintesi delle analisi compiute nel corso del 2013 sulla rete triestina. Primo perché - come si legge nel comunicato - si «estende a Nordest una prassi di trasparenza già in essere all’interno del Gruppo Hera», il colosso emiliano-romagnolo in cui è entrata la patavin-triestina AcegasAps, agganciata pure ora alla friulana Amga. Il report, nel dettaglio, dice che «a Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle, fra azienda e Ass, sono state effettuate ben 10.259 analisi, pari a circa 28 al giorno, che sono risultate conformi alla legge nella totalità dei casi, 100%. Confrontando il rapporto fra le concentrazioni di 14 parametri (ammonio, arsenico, clorito, cloruro, conduttività, durezza totale, fluoruro, manganese, nitrato, nitrito, residuo secco, sodio, solfato, trialometani-totale) misurate da AcegasApsAmga presso i punti di rete rappresentativi dell’intero sistema di distribuzione triestino e le loro concentrazioni massime ammissibili nell’acqua potabile, emerge come l’acqua di Trieste sia di eccellente qualità. Mediamente, infatti, le concentrazioni di tali elementi sono del 90,6% inferiori ai limiti di legge consentiti».

Nel report - da cui esce una sorta di “etichetta” (consultabile sul sito della società) dell’acqua del nostro rubinetto, «proveniente dai pozzi di San Pier d'Isonzo e Staranzano, dalle sorgenti Sardos e occasionalmente dalle (vicine, ndr) risorgive del Timavo» - c’è spazio, al di là di quella qualitativa, anche per un’analisi di natura squisitamente quantitativa: «Nell’area di Trieste - recita ancora il comunicato - AcegasApsAmga serve complessivamente 228.713 cittadini, attraverso una rete acquedottistica di 1.080 chilometri, in cui nel 2013 sono stati immessi 50,4 milioni di metri cubi di acqua».

Ma è un’altro genere di conti che preme, ad Acegas, rendere noti. Sono i conti in tasca alle famiglie triestine: «Mille litri d’acqua minerale in bottiglia costano mediamente trecento euro, mentre la stessa quantità prelevata dall’acqua di rete costa un euro e 78 centesimi». E «la produzione di un litro di acqua del rubinetto richiede solo il 2% delle emissioni di CO2 necessarie per produrre la stessa quantità di acqua in bottiglia». Un risparmio per il portafogli, insomma, ma pure per la natura, pare di capire. Un messaggio, peraltro, in scia a quello lanciato già in occasione della presentazione in città delle prime “casette dell’acqua” , i distributori pubblici per ricaricare le bottiglie tenute a casa.

Numeri e confronti del report, come si diceva, sono figli di una certa politica del Gruppo Hera, che - rileva il comunicato Acegas - investe «sul ciclo idrico cento milioni di euro all’anno. Il Gruppo, nel suo complesso, serve 243 comuni fra Emilia-Romagna e Nordest, per un totale di 3,6 milioni di cittadini, e nel 2013 ha compiuto 648.252 analisi, di cui 359.044 effettuate dai soli laboratori Hera, in cui operano 80 tecnici specializzati».

«L’estensione in AcegasApsAmga di questa pratica di rendicontazione e trasparenza, è uno dei tanti risultati che sta producendo l’aggregazione dell’azienda nel Gruppo Hera», spiega l’ad Cesare Pillon, Amministratore Delegato AcegasApsAmga. «L'obiettivo - fa eco Roberto Gasparetto, attuale direttore generale AcegasApsAmga - oltre a informare puntualmente il cittadino è quello di promuovere un’autentica cultura del consumo di acqua di rete, in linea con l’impegno dell’azienda e del Gruppo Hera verso la sostenibilità e l’uso razionale delle risorse».

@PierRaub

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