Dal puzzle alle pentole. Scatta la vendita online dei regali meno graditi
TRIESTE Sono centinaia i triestini che, dopo aver scartato pacchetti e regali di Natale, si sono subito messi al pc con l’obiettivo di “piazzarli” online. È la consueta corsa al riciclo dei doni indesiderati o sbagliati. Corsa che, da qualche anno in città, come un po’ in tutto il mondo, è diventata una prassi per cercare di liberarsi in modo rapido di ciò che si è ricevuto sotto l’albero, ma che proprio non va.
La lista è lunga, tra gadget da pochi euro a prodotti di lusso. Il web è il mezzo più veloce per rivenderli e, con poche mosse, l’oggetto non gradito può diventare una fonte di guadagno. Se un tempo infatti il riciclo avveniva magari in un momento successivo, quando un regalo veniva consegnato nuovamente a un’altra persona, in una diversa ricorrenza, nell’era di internet tutto finisce in rete.
Già dalla sera della vigilia, ma soprattutto durante il pomeriggio del 25 dicembre per tutto il giorno di Santo Stefano, molti triestini hanno iniziato a fotografare i doni non amati e a pubblicare gli scatti sui siti dedicati alle compravenite o alle aste. E c’è un po’ di tutto, dall’abbigliamento all’elettronica, dai giocattoli agli orologi, passando per telefonia, casalinghi e qualche curiosità. Nella descrizione molti sottolineano come il prodotto sia «ancora con il cellophane» o addirittura «in confezione regalo di Natale», a dimostrazione del fatto che si tratta di oggetto nuovo, mai usato o proprio mai aperto. Insomma appena scartato e subito messo da parte.
Altri parlano apertamente di «acquisto sbagliato», ovviamente da parte di chi poi l’ha consegnato al venditore. Altri ancora giustificano la vendita parlando di «doppio regalo», di taglie sbagliate o numeri errati per vestiti e calzature. Altri ancora non si sbilanciano, in molti casi il pensiero semplicemente non era azzeccato. E se da una parte c’è chi punta a eliminare cose considerate superflue, dall’altra c’è chi può approfittare per ottimi affari, considerando che in molti annunci vieni ribadito come il prezzo sia molto più basso di quello originale.
Tanti gli oggetti di marchi molto noti e spesso costosi, come alcune borsette di marca, per le quali viene specificata l’autenticità. Stessa sorte anche per calzature eleganti con tacchi vertiginosi o ancora scarpe di ginnastica di famosi brand. Figurano sotto i “doppi regali” un grande orologio da appendere alla parete, svenduto a 30 euro, o un giubbino per bimbi, a 18 euro. Tra i giochi si trovano puzzle da centinaia di pezzi mai aperti, un gioco in scatola definito “dono errato”, lo Scarabeo da tavolo mai usato, e ancora un visore 3d per la realtà virtuale, ancora nella sua confezione originale, a soli 30 euro.
Anche regali più personali non sempre hanno accontentato chi li ha scartati, come un braccialetto colorato, di un noto marchio, con scatola originale e attestato di autenticità a 30 euro o un paio di boxer da uomo, dove si precisa, forse in modo superfluo, come siano “mai indossati” ancora nella confezione rosso-natalizio. Sempre nuovi e in vendita anche un portafoglio di pelle scontatissimo a 10 euro, prezzo di poco superiore per alcuni capi d’abbigliamento ancora con l’etichetta. Errori poi banali ma comunque non recuperabili sul fronte della telefonia, quando chi ha pensato di comprare custodie o copri display per amici o parenti, non si è preoccupato molto di informarsi sul modello di telefonino del destinatario, che quindi non ha potuto utilizzarli e tenta di rivenderli.
Numerosi poi gli oggetti per la casa, pentole, porta spezie, stampe da appendere, set di bicchieri e c’è pure uno «scalda acqua istantaneo venduto causa acquisto sbagliato».
Tra i prodotti di lusso compaiono persino alcuni orologi firmatissimi. Sorprende in particolare un annuncio pubblicato a Santo Stefano per un Cartier da quasi 7mila euro. Difficile capire se sia un regalo super costoso inspiegabilmente non amato o una semplice vendita post Natale dicembre di chi già pensava da tempo di disfarsene.
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