Dal Porto vecchio alle vie di Opicina, Polidori lancia il piano telecamere

In arrivo decine di impianti. E nelle strade d’accesso alla città gli apparecchi avranno anche i sistemi di lettura delle targhe
Lasorte Trieste 07/08/18 - Porto Vecchio, Magazzini
Lasorte Trieste 07/08/18 - Porto Vecchio, Magazzini

TRIESTE Tante ma tante telecamere. Il vicesindaco leghista Paolo Polidori presenterà al Consiglio comunale, nella seduta di questa sera, il suo piano per la riorganizzazione e l’estensione della rete di telecamere sul territorio triestino: una prima tranche da 200 mila euro in due anni, nuovi impianti a partire da Opicina, Porto vecchio e le strade d’accesso alla città, con tanto di sistemi di riconoscimento targhe.

L’efficacia delle telecamere come mezzo deterrente è oggetto di un dibattito ormai decennale fra i sociologi, ma il numero due della giunta comunale ne è convinto: «Servono alla sicurezza. A livello personale faccio un uso consistente di telecamere, a causa del mio lavoro (imprenditore nel settore dei distributori automatici ndr). Mi capita spesso anche di collaborare con le forze dell’ordine e i risultati sono ottimi».



Il piano che verrà presentato in aula oggi partirà da due tranche di fondi regionali: 100 mila euro sul 2019 e altrettanti per l’anno successivo. Ma l’intento di Polidori è «arrivare a coprire, se non il 100%, la maggior parte del territorio». Un obiettivo di lungo periodo, che l’esponente del Carroccio conta di raggiungere grazie all’appoggio dell’ente regionale: «L’assessore alla Sicurezza Pierpaolo Roberti è in sintonia con le nostre politiche in materia di sicurezza, quindi sono certo che potremo contare sui finanziamenti regionali», dice Polidori.

La prima area a cui verrà estesa la sorveglianza elettronica è la frazione carsica di Opicina, finora “orfana” di telecamere pubbliche: «È una parte di territorio tagliata fuori, ma siamo in dirittura d’arrivo - dice Polidori -. L’unica cosa che ci serve è poterci collegare alla linea a fibra ottica della Regione. Senza quella dovremmo fare uno scavo nostro per porne un’altra e non avrebbe senso. La Regione è d’accordo, dobbiamo soltanto stilare una convenzione fra i due enti».

Ma quello sarà solo il primo passo: «La convenzione con la Regione sarà utile anche per estendere la rete al Porto vecchio, altro punto che necessita di copertura con telecamere. Intendiamo inoltre controllare le principali vie di accesso alla città con telecamere intelligenti in grado di riconoscere le targhe».

La delibera interviene anche sull’organizzazione e l’impiego di questi strumenti. Gli uffici comunali che sono coinvolti nell’installazione e nell’utilizzo delle telecamere sono stati uniti in un gruppo di lavoro che comprende l’area Lavori pubblici, il settore Strade e ovviamente il corpo della Polizia locale. In questo modo, spiega il vicesindaco, «razionalizziamo le procedure»: «Così quando si effettua uno scavo, ad esempio per piantare un semaforo, il gruppo di lavoro valuterà se c’è necessità di collocare anche una telecamera e così facendo si evita di effettuare doppi scavi sprecando risorse».

Il documento prevede anche un maggiore coordinamento della Polizia locale con le altre forze dell’ordine: «È un indirizzo che Prefettura e Questura approvano, come emerso negli incontri che abbiamo fatto a riguardo. Bisogna agire in modo integrato».

I primi 100 mila euro verranno utilizzati per il collegamento di Opicina alla rete. Le fasi successive dipenderanno anche dalla disponibilità di fondi regionali. Ma la presenza di una giunta amica fa ben sperare il leghista: «La giunta Fedriga condivide questa strategia», conclude. —


 

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