Dal pony express al postino: i robot nell’era del rischio
/ TRIESTE Dal robot assistente nelle case di riposo agli automi che consegnano la spesa a domicilio. Storie italiane che raccontano di tecnologie pronte a migliorare la vita delle persone: innovazioni applicate alle attività quotidiane, alla sanità, all’industria e alla ricerca. Il Paese raccontato da Enel e Fondazione Symbola nel quarto Rapporto sull’innovazione Made in Italy diventa di straordinaria attualità al tempo del Covid-19. La Grande pandemia ha spostato i confini del pericolo percepito. Ci affideremo sempre più ai robot?
L’indagine racconta la storia di cento aziende esemplari specializzate nella automazione, alcune con radici in Friuli Venezia Giulia. Anche l’Istituto italiano di tecnologia presieduto da Gabriele Galateri di Genola, presidente delle Generali, ha un ruolo di primaria importanza come centro di elaborazione e di ricerca nel capo dell’automazione.
La robotica potrebbe diventare di fatto la nuova frontiera per fornire servizi altrimenti troppo rischiosi nella società blindata del coronavirus con le fabbriche ferme e la gente chiusa in casa. Le imprese della filiera sono circa 12 mila e i lavoratori 110 mila, oltre un quarto del totale nazionale. Fra le cento aziende troviamo ad esempio Cma Robotics che nasce nel 1994 a Pavia di Udine, oggi fra le prime dieci aziende al mondo nel settore della verniciatura industriale e che fra i suoi clienti conta anche Fca. In collaborazione con le università di Trieste, Udine e Pittsburgh Cma sta studiando sistemi che consentano ai robot di riconoscere la forma e le caratteristiche dell’oggetto da verniciare.
E poi c’è Telerobots Labs che nel 2016 è stata acquistata da un colosso siderurgico come la Danieli di Buttrio: da qui è uscito l’automa usato per le operazioni di pulizia del camino della centrale nucleare del Garigliano, fra Frosinone e Caserta. Nel 2018 questa azienda è stata premiata per avere messo a punto un guanto robotico per la riabilitazione della mano: il guanto muove le dita e accompagna i movimenti della mano adattandosi alle esigenze del paziente in riabilitazione. Il robot Pepper, realizzato dalla dall’azienda franco-giapponese Softbank, è stato impiegato in Inghilterra nelle case di cura Advinia HealtCare e in giappone nella residenze Hisuisui. Nel pianeta dei robot c’è anche Ydronet, un veicolo acquatico autonomo utilizzato in una missione di monitoraggio all’isola del Giglio intorno al relitto della nave Costia Concordia.
E ancora Dustclean, un automa per lo spazzamento automatico di piazze, strade e parchi industriali a guida autonoma realizzato dalla Robotech, che prima o poi potremmo vedere compatire come un ombra robotica mentre ripulisce le nostre piazze vuote.
E in questi giorni quanto potrebbe tornare utile anche Yape, un altro robot prodotto dalla milanese E-Novia (inserita dal Financial Times fra le mille aziende cresciute più velocemente grazie a nuovi progetti imprenditoriali), che consegna le merci a domicilio: su due ruote è in grado di spostarsi sui marciapiedi a 6 km all’ora con telecamere e sensori che gli permettono di aggirare gli ostacoli. Yape, che riconosce i volti di mittenti e destinatari, è stato già impiegato in Giappone dove consegna merci per le Poste e all’aeroporto di Francoforte dove accompagna i viaggiatori al gate. —
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