Dal ponte Morandi alla ciminiera di Straccis. La regia dell’esplosione a “mister Dinamite”
GORIZIA. Ha 56 anni e una carriera quasi quarantennale. Tanti i lavori e le consulenze di Danilo Coppe, “mister Dinamite”, l’esplosivista che ha demolito il ponte Morandi.
Lunedì 23 dicembre, uno dei maghi del settore, sarà a Gorizia e collaborerà alla buona riuscita dell’operazione di smantellamento della ciminiera dell’ex Manifattura tabacchi. Ad annunciare la sua presenza Michele Moretto dell’omonima azienda pordenonese che, con l’ausilio dell’esplosivo, farà sbriciolare la vecchia e lesionata ciminiera.
«Coppe - racconta Moretto - è il mio maestro. E assieme a lui, mineremo la base del manufatto. Da lui ho imparato tantissimo e la sua carriera è fenomenale in questo settore. Una garanzia». A Genova, mister Dinamite ha già demolito la caserma dei vigili del fuoco e ha lavorato anche a Secondigliano. Ha fatto da consulente alle Procure: è firmata, infatti, da Coppe l’ultima perizia sugli esplosivi utilizzati per la strage di Bologna.
Il tecnico - che in molti ricorderanno spesso in televisione nei giorni dell’abbattimento di ciò che era restato del ponte Morandi - è un geominerario originario di Parma, è il massimo esperto di esplosivistica in Italia ed è anche il fondatore della “Siag”, un’azienda che si è espansa fino a diventare un team specializzato che si occupa di esplosivi a 360 gradi e che possiede i mezzi per fornire soluzioni ai problemi più disparati e per gestire al meglio ogni tipo di situazione.
Torri, palazzi, acquedotti, ponti, campanili, ecomostri: nel suo curriculum c’è tutto questo e molto di più. Ma lui non li ha costruiti, li ha distrutti. E, da lunedì, nell’elenco dei suoi lavori figurerà anche Gorizia, con la ciminiera che più di qualcuno avrebbe voluto restasse in piedi, nonostante sia (evidentemente) pericolanti.
L’ora X, a Gorizia, scatterà domani alle 14. Sarà impegnata una decina di persone in quella che viene definita “un’esplosione controllata”. «Mentre per la preparazione ci vuole del tempo, la demolizione vera e propria - spiega Moretto - durerà pochi secondi. Il rumore sarà paragonabile allo scoppio di un grosso petardo, nulla di terrificante. Poi, ci sarà un altro botto più contenuto per eliminare eventuali detonatori rimasti inesplosi».
La ciminiera, prima dell’esplosione, verrà avvolta da una rete in acciaio e geotessuto con l’obiettivo di contenere le schegge. Le macerie saranno, quindi, trasferite altrove dalla ditta stessa. Il manufatto, costruito nel 1953, è pericolante a causa delle lesioni nella parte alta: proprio per questo la proprietà ne aveva chiesto l’abbattimento respingendo ogni responsabilità nel caso in cui la situazione fosse precipitata per altri ritardi. —
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