Dal Polo del Lisert con la barca Zelag nasce il turismo della nautica slow

Dal Polo nautico di Monfalcone, con il varo tecnico di Zelag, la barca tecnologica ed eco sostenibile realizzata in legno e che viaggia con motore elettrico “accarezzando” il mare della laguna parte una nuova rivoluzione dello sviluppo turistico nautico slow. Un turismo che andrà alla riscoperta dei luoghi più nascosti della costa e dei paradisi naturali muovendosi lentamente, in silenzio, senza muovere onda e alcuna traccia, lasciando incontaminato l’ecosistema
Zelag è un prototipo, nato dall’abilità dei maestri d’ascia del cantiere AA Custom su progetti di carena, linee d’acqua e impianti del laboratorio Isd del Dipartimento di Ingegneria (navale) dell’Università di Trieste e con la collaborazione di Friulinossidabili, una ditta di Talmassons che lavora gli acciai speciali anche per il settore nautico. Un progetto coordinato da Mare Fvg, il cluster tecnologico di Monfalcone e che gode di un fondo europeo lanciato dalla Regione. Farà le prove e navigherà nella laguna di Grado e Marano facendo la spola con Aquileia. Ma a Monfalcone sta già facendo gola a più di qualcuno, il Comune in particolare. «Anche noi siamo in prima fila per lo sviluppo dell’economia del mare, crediamo nel polo nautico e nello sviluppo della tecnologia, e anche noi vogliamo una barca come Zelag per portare i turisti dal porticciolo di Monfalcone in visita alla costa e dentro all’Isola della Cona».
Non scherzava affatto il sindaco Anna Cisint ieri alla cerimonia del varo tecnico dell’imbarcazione che al cantiere della Ocean ha toccato per la prima volta il mare, e prima di cedere la parola al collega di Grado Dario Raugna con una battuta da appassionata di mare («ti invidio molto per questa barca tecnologica che ti viene regalata» ha detto) ha insistito sull’opportunità di valorizzare anche il turismo slow di Monfalcone e delle bellezze naturali della sua costa.
«Vogliamo sviluppare il porticciolo di Monfalcone, presto partiranno i dragaggi del canale Valentinis – ha annunciato il sindaco – e chiederemo che anche il Delfino Verde che fa la spola tra Trieste e Grado faccia una tappa a Monfalcone».
Entusiasta dell’imbarcazione anche il sindaco Raugna «Per noi lo sviluppo del turismo nautico sulla litoranea veneta dove Grado si inserisce perfettamente è un asset fondamentale, questa imbarcazione completerà il nostro sistema di mobilità sul fronte nautico nella laguna con i casoni, e faremo di tutto per creare un ormeggio stabile nel mandracchio con una colonnina elettrica speciale per la ricarica».
Una bellissima festa quella di ieri alla Ocean con Odilo Simonit e Paolo Skabar alla guida dello staff di maestri d’ascia del cantiere AA Custom (tra i presenti anche Federico Lenardon “erede” artigiano dei carlo Sciarrelli) che emozionati hanno varato (la figlia di Simonit ha fatto da madrina) il loro ultimo gioiello in legno. Protagonisti alla festa tutto lo staff dell’Isd Lab, il laboratorio del Dipartimento di ingegneria dell’Ateneo triestino, guidato dal professor Alberto Marinò della sezione di ingegneria navale. «Abbiamo ideato questo progetto e trovato i partner per realizzarlo – ha spiegato Marinò accanto ai ricercatori del suo staff – oltre alla carena e alle linee d’acqua abbiamo fatto la modellazione della barca e tutti gli impianti interni. È stato molto complicato realizzare una barca che pesca soltanto 60 centimetri in mare e che deve navigare in sicurezza senza creare moto ondoso, dovevamo rispettare anche le altezze dei ponti di collegamento tra la laguna e il mare. A breve inizieremo le prove in mare e i test di valutazione». A fine luglio la cerimonia di chiusura con l’illustrazione dei risultati a Grado. –
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