Dal neonato al nonno, 14 esami a testa all’anno in Fvg

La Regione, nonostante un calo del 2%, lamenta il ricorso ancora eccessivo dei cittadini ad analisi e visite ambulatoriali
Un medico in un'immagine di archivio
Un medico in un'immagine di archivio

TRIESTE. Le analisi del sangue, la visita cardiologica, quella oculistica, un piccolo intervento ambulatoriale. C’è chi ne ha bisogno ogni anno, e magari più volte all’anno, e chi invece fa controlli più saltuari. In Friuli Venezia Giulia la media di visite ed esami è di 14 da gennaio a dicembre per ciascun cittadino, dal neonato al centenario. Un dato in calo dal 2013 al 2014, con particolare evidenza soprattutto per quel che riguarda la cardiologia, ma ancora troppo alto, secondo Maria Sandra Telesca.

La delibera La fotografia compare negli allegati della delibera di giunta che approva il bilancio consuntivo 2014 delle Aziende sanitarie, un utile complessivo di 16,9 milioni di euro (già redistribuiti nella manovra estiva), con il solo “rosso” (-3,1 milioni) della Ass 2 Isontina. In un’ampia tabella, voce per voce, l’assessorato alla Sanità confronta il numero delle prestazioni sanitarie in Fvg nel 2014 rispetto al 2013. La somma è in calo del 2% complessivo mettendo assieme il -1,2% del pubblico e il -7,4% del privato accreditato.

Il calo Nel dettaglio si passa da 17.296.144 visite ed esami nel 2013 a 16.953.979 nel 2014, oltre 340mila in meno. La nuova media è di poco inferiore a 14 pro capite. «Non siamo tra i peggiori in Italia – commenta Telesca –, ma in generale nel paese la tendenza è a numeri alti. Conforta in ogni caso il fatto che in Fvg stiamo poco a poco abbassando la quota».

I criteri Il tema è quello dell’appropriatezza delle ricette. «Così come accade anche a livello nazionale, stiamo lavorando sui criteri che rendono più mirate le prescrizioni di visite ed esami – prosegue l’assessore alla Sanità –. Fare di più non vuol dire fare meglio. Anzi, oltre che costoso, l’eccesso delle prestazioni può essere anche dannoso per il cittadino». Proprio nell’ultima seduta la giunta ha tra l’altro ulteriormente accelerato, via delibera, sulla riqualificazione della spesa: «Anche il contenimento degli esami inutili può consentire di risparmiare risorse da destinare a servizi che più servono ai cittadini, quali il potenziamento delle strutture sul territorio o i farmaci innovativi».

Gli esami del sangue Guardando alle diverse voci, la parte del leone la continuano a fare le analisi chimico cliniche di laboratorio, in particolare quelle del sangue. Nel 2014 se ne sono contate 12.291.704, una diminuzione dell’1,1% (-0,7% nel pubblico, -4,6% nel privato). A seguire ci sono le prestazioni radiodiagnostiche (635.319, +0,8%), quelle riabilitativie (731.249, -12,1%) e le visite cardiologiche (284.167).

Bugdet e crisi Proprio in cardiologia l’afflusso di pazienti è risultato più ridotto che altrove. Nel 2014 il dato è in calo del 14,4%, con la punta del -31,3% nel privato e il -10% nel pubblico. Le strutture accreditate, precisa Telesca, «hanno dovuto fare i conti con una complessiva riduzione dei budget». Ma, più in generale, e non solo dunque per la cardiologia, «oltre alle nostre indicazioni a non abusare con visite ed esami, può certamente avere inciso il fattore crisi. Ma, essendo evidente che non si può trascurare la salute pur in una fase di difficoltà economica, siamo intervenuti con l’abbattimento e la rimodulazione del “superticket” a seconda delle fasce di reddito».

I ricoveri Di «appropriatezza» parla ancora l’assessore per quel che riguarda il dato dei ricoveri, pure in calo. «La riforma ha chiarito che serve un’alternativa all’ospedale, troppo spesso alcuni ricoveri di anziani sono risultati inappropriati». Nel 2014 si è intanto abbassato il totale delle dimissioni dalle 181.265 del 2013 a 173.992 (-4% in totale, -3% per i ricoveri ordinari, -7,5% per quelli in day hospital). La riduzione maggiore si riscontra nella Ass 5 (-6,8%) e nella Ass 2 (-6,1%). Numeri che andranno confrontati tra un anno alla luce della riforma della sanità.

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