Dal lingotto d’oro all’anello firmato ma c’è chi a Babbo Natale chiede lavoro per mamma
GORIZIA La prima cosa che salta all’occhio è la dominante rossa delle buste, poi si notano i disegni degli abeti addobbati con le palline, delle stelle colorate, dei cuoricini e, naturalmente, dei tanti Babbi Natale.
Come ogni anno, il negozio YoYo di corso Italia ha raccolto le letterine dei bambini goriziani. Tassilo Kristancic le ha spedite per loro al Polo Nord e ora, con un po’ di magia, le missive, dopo essere state lette una ad una da Babbo Natale in persona, sono tornate al negozio di giocattoli.
La lettura offre sempre spunti di riflessione interessanti perché, anche quando si trovano sterili elenchi di giocattoli, in fondo, ci si imbatte nel riflesso di una società che va sempre più di corsa, tanto di corsa che c’è chi salta anche i saluti e la stessa firma, limitandosi a scrivere al centro di un foglio bianco in formato A4 soltanto «Lego piccolo polizia» e a imbustare poi la richiesta - in fondo - poco esosa. La richiesta è sicuramente meno impegnativa di chi, tra un giocattolo e l’altro, con studiata nonchalance inserisce il carico da novanta: «un lingotto vero puro» è la molto pratica richiesta di Leonardo che, evidentemente, ha già capito il significato della locuzione “beni rifugio” e guarda in prospettiva, pensando al suo futuro. Chissà se è stato accontentato.
In un’era dominata dal senso pratico, dai numeri e dalla precisione, non mancano mai i “ragionieri”, quei bambini che forse si fidano poco del vecchietto con la barba bianca e le renne e, nel timore di equivoci, riportano il codice alfanumerico del giocattolo desiderato accanto al nome. Sono parecchi. Quel che è certo è che le letterine riflettono prima di tutto le famiglie. L’influenza di mamma e papà è spesso tangibile e non soltanto perché a scrivere per conto dei più piccini sono proprio loro. Prendiamo Riccardo: la sua letterina è accompagnata dai disegni di Babbo Natale, delle renne e di vari pacchi con tanto di fiocco, ma prima di firmare, Riccardo pensa proprio alla sua mamma che, oltre a un’asciugatrice, desidererebbe tanto ricevere... un anello di Bulgari. «Ci pensi tu?», domanda il pargolo. Come l’avrà presa il papà?
Non tutte le lettere però sono fredde o ciniche. E spesso si vede la presenza positiva dei genitori. C’è chi ringrazia per aver ricevuto una risposta alla missiva dello scorso anno e c’è chi conserva un po’ di sana curiosità, come Matilde. Lei chiede: «Vorrei sapere se hai le ciabatte come mostrano nei cartoni animati. Scrivi veramente con la piuma?». Mia invece dice che le piace il negozio dove abita Babbo Natale e presenta la sua richiesta di regali con estrema eleganza: «Portami quello che vuoi, anche se mi piace tanto giocare con...» (e qui segue una lista breve di bambole a cui si aggiunge la plastilina). Mia, come tanti altri, promette di lasciare qualche dolcetto per le renne.
E tra qualche bambino altruista che, come Tamara, chiede regali per i bambini che non hanno niente o per gli amici, c’è anche chi lascia un po’ di spazio pure ai genitori. È il caso di Marco. In quella che, dal punto di vista dei contenuti, sembra essere la letterina più natalizia di tutte, oltre a parlare di felicità, condivide la cartolina con mamma e papà. E il papà per questo Natale ha espresso il desiderio di poter avere più tempo da passare con la compagna e il figlio. Quel tempo immateriale che diamo sempre per scontato, ma che una volta sprecato non torna più e non possiamo comperare. Prezioso in ogni sua forma tanto che Mauro chiede per la mamma un lavoro «con più ore», affinché lei possa «essere contenta». —
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