Dal flop dell’Expo al miraggio ex Pescheria
All’origine di tutto c’è un’Expo mancata. L’idea del Parco del mare nasce nel dicembre 2004 per elaborate il lutto del fallimento dell’Expo triestino. Antonio Paoletti, oggi come allora presidente della Camera di commercio, lanciò l'idea con tempismo perfetto già a bordo dell’aereo che da Parigi riportava a casa la delegazione triestina. «Partiamo subito con il più grande Acquario del Mediterraneo, una struttura da insediare proprio nel sito previsto per l'Expo, da qualche parte tra Barcola e il Porto vecchio».
Già nel giugno del 2005 viene ultimato uno studio di prefattibilità, che individua quale localizzazione ideale il terrapieno di Barcola. Ma il sito si rivela ben presto impraticabile in quanto viene denunciata (dall’Associazione Amici della Terra), la presenza di diossina sul terrapieno e lo stesso viene quindi sequestrato, e recintato. E così rimane tuttora. Si rende così necessario trovare un’altra localizzazione del Parco del Mare, che viene individuata in Campo Marzio, precisamente nello spazio che ospita il mercato ortofrutticolo, destinato a spostarsi alle Noghere. Siamo già nel 2007 e nel mese di maggio viene realizzato lo “Studio di fattibilità del Parco del Mare” da parte di Costa Edutainment. Subito dopo, viene realizzato un plastico del progetto fatto dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Trieste.
Nel 2008 si comincia a mettere in dubbio la localizzazione in Campo Marzio per vari ordini di problemi. E quindi la faccenda si complica. Nuovo anno e nuova localizzazione: nel 2009 la localizzazione del progetto viene spostata all’area del Salone degli Incanti, ex Magazzino Vini (attuale Eataly) ed ex piscina Bianchi. A luglio il Consiglio comunale approva “L’atto di indirizzo per la pianificazione strategica dell'Ente e ipotesi realizzazione Parco del Mare”, con annessa la relazione sulla sostenibilità economico-finanziaria dell’allora asessore al Bilancio Giovanni Ravidà, approvata in una seduta del Consiglio Comunale. Ma dalle analisi si scopre che il Salone degli Incanti non è utilizzabile come Acquario a causa delle fondamenta non adatte a sostenere l’enorme peso delle vasche. Inoltre, l’area dell’ex piscina Bianchi sarebbe stata troppo esigua ed anche lo stesso magazzino vini non era adatto. Nel frattempo nel dicembre 2011 viene realizzato l’aggiornamento dello studio di fattibilità da parte della società Progetto Turismo Srl (che sarà revisionata nell’ottobre 2013), su richiesta dell’allora sindaco Roberto Cosolini. Nasce l’idea della localizzazione in Porto vecchio. Si iniziano i contatti con Greensisam, concessionaria di 5 magazzini nel Porto Vecchio per verificare la fattibilità di realizzare il progetto in 2 di questi magazzini. La realizzazione in tale location però si rivela troppo onerosa e l’ipotesi tramonta.
Ma non è finita. All’inizio del 2014 dal cilindro viene tirata fuori la destinazione di Porto Lido sulle ceneri del progetto nautico statale naufragato prima di partire. E per il Parco del mare si accende una Lanterna.
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