Dal corteo pacifista al presidio della Lega Alta tensione al Cie

Sabato e domenica manifestazioni contrapposte all’ex Polonio Polizia in allerta. Il sindaco di Gradisca: «Niente allarmi»
Bumbaca Gorizia 17.08.2013 Gradisca CIE manifestazione e migranti sul tetto Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 17.08.2013 Gradisca CIE manifestazione e migranti sul tetto Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Le lunghe giornate del Cie. Due manifestazioni di segno opposto in 48 ore sono destinate a riaccendere i riflettori della politica nazionale sulla discussa struttura per immigrati di Gradisca, recentemente sospesa a tempo indeterminato dal Viminale. La prima mobilitazione, in programma questo pomeriggio, è indetta da un vasto spettro di movimenti antirazziste, associazioni pacifiste, rete no global, partiti politici. Obiettivo: una chiusura che da temporanea diventi definitiva.

Neanche 24 ore dopo, sarà invece la Lega Nord a manifestare davanti all'ex Polonio. «Diamo una pennellata di legalità» lo slogan scelto per chiedere - al contrario - non solo la riapertura del centro di identificazione ed espulsione, ma un suo rafforzamento. E allo scopo il Carroccio schiera molti big: certa la presenza dell'ex ministro Roberto Calderoli e del candidato alla segreteria nazionale Matteo Salvini, così come del capogruppo al Senato Massimo Bitonci e del parlamentare Massimiliano Fedriga. In extremis potrebbero giungere a Gradisca addirittura qualcuno dei governatori regionali targati Carroccio: Roberto Maroni, Roberto Cota e Luca Zaia. In poche ore si incroceranno dunque a Gradisca due modi molto diversi, inconciliabili, di intendere il fenomeno-immigrazione. Anche per questo è massima l'attenzione delle forze dell'ordine.

La protesta dei No Cie

Il corteo, che si ritroverà nel piazzale dei giardini di Gradisca alle 14.30 per poi percorrere viale Trieste e raggiungere il Cie, si inserisce in una mobilitazione più ampia a livello nazionale (“No Grandi Opere”), che al Nord avrà due fronti di protesta: la battaglia no-Tav in Val di Susa e, per l'appunto, il Cie di Gradisca. All'appello hanno aderito nomi noti della cultura e della politica - tra cui don Luigi Ciotti, Paolo Ferrero di Rifonfazione, lo scrittore Massimo Carlotto -, e associazioni come Tenda per la Pace, Legacoop, LasciateCientrare e tanti altri. Realtà che chiedono la non riapertura dei centri “azzerati” come quello di Gradisca e la soppressione di quelli ancora aperti; ma anche «la scarcerazione degli immigrati che ne hanno provocato la chiusura».

«L'inutile, costoso e disumano sistema-Cie sta collassando - si legge nell'appello dei movimenti -. Uno alla volta hanno chiuso Crotone, Bologna, Modena, Gradisca e ormai è chiuso anche Milano. Al governo chiediamo coraggio: prenda atto che i tempi bui delladetenzione amministrativa e della violazione dei diritti umani sono finiti. E non devono tornare mai più».

Il presidio della Lega

«Chiudendo il Cie, lo Stato si è arreso ai violenti» è invece la tesi di partenza del Carroccio, che ieri ha presentato a Gorizia l'iniziativa in programma domenica. «È irresponsabile chi, come il ministro Kyenge, vuole rimettere in libertà persone in attesa di espulsione per avere commesso gravi reati. La sinistra - attaccano i padani - gioca sull'ambiguità confondendo i clandestini del Cie con i migranti del vicino centro d'accoglienza. La Bossi-Fini non va smantellata, casomai rafforzata per permettere allo Stato e alle forze dell'ordine, cui va la nostra solidarietà, di fare rispettare la legalità. Ma questo non basta. Ue e Onu non possono lasciare l'Italia da sola. Un ministro serio come Maroni - è stato affermato - aveva avviato accordi bilaterali con i Paesi d'origine e gli sbarchi si erano ridotti sensibilmente. Bisogna contrastare il fenomeno alla radice ed evitare stragi come quella di Lampedusa. Ma i delinquenti che hanno devastato il Cie sono un'altra cosa».

La posizione del sindaco

Il Comune formalmente non aderisce alla manifestazione odierna, pur sposandone i contenuti. «L’obiettivo è lo stesso: chiudere il Cie. Sono certo - spiega il sindaco Franco Tommasini - che il concetto sarà espresso in maniera assolutamente pacifica, come è sempre successo anche in passato».

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