Dal Comune 26 milioni per welfare e istruzione
Meno tasse, si, ma non per questo meno servizi. Ed anzi, un'attenzione particolare alle fasce deboli della popolazione, con circa 26 milioni (su un totale di 130, di cui 57 di spesa corrente e 55 di spesa in conto capitale) per il sociale. Come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, il bilancio di previsione 2016 del Comune di Gorizia contiene quella che è una piacevole contraddizione, almeno in teoria: si mantiene bassa le pressione fiscale senza incidere però sui servizi. Così, ad esempio, nei 57 milioni di spesa corrente inseriti in un bilancio che pareggia a circa 130 milioni (illustrato ieri mattina in Municipio dal sindaco Ettore Romoli, dall'assessore Guido Germano Pettarin e dalla dirigente ai servizi finanziari Anna Maria Cisint), ben 26 sono dedicati ai Servizi sociali (poco meno di 23) e all'istruzione (oltre 3 milioni).
Per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente si spenderanno circa 6 milioni e mezzo mentre un milione e mezzo sarà investito per i trasporti e la mobilità. In bilancio c'è anche mezzo milione per l'assetto del territorio e l'edilizia abitativa e un altro mezzo per il lavoro e la formazione professionale. Scorrendo l'elenco delle voci di spesa si trovano poi cultura (1 milione e 630mila euro), lo sport (1,4) il turismo (1,3) e l'ordine pubblico (1,7). Ma un valore aggiunto per i cittadini sono anche le coperture pubbliche dei servizi a domanda individuale: il Comune copre quasi il 60% dei costi (picchi dell'80%). Per le scuole materne comunali, ad esempio, a fronte di una spesa di 826 mila euro, le famiglie pagano solamente il 23,41%, e per lo scuolabus, che costa 98 mila euro, solo il 10%. Stesso discorso per l'assistenza. Per la casa di riposo "Angelo Culot" il Comune spende 1 milione 644 mila euro, di cui solo 786.700 sono a carico dei cittadini. «E in futuro, in questo senso, contiamo che le cose migliorino decisamente - spiega il sindaco Romoli -, visto che quando finiranno i lavori di sistemazione della struttura, e potremo accogliere nuovi ospiti, con gli introiti i costi per la Culot dovrebbero sparire». Ma qual è la ricetta alla base di un simile bilancio? «Cerchiamo di tagliare da una parte le spese non indispensabili della macchina comunale e, dall'altra, di gestire efficientemente i conti, ad esempio riducendo i mutui, sui quali si pagavano ogni anno ingenti rate». Il tal senso, dal 2009 ad oggi l'indebitamento del Comune è sceso di una ventina di milioni di euro. E nel corso degli anni sono state recuperate risorse con tagli alle spese di funzionamento della struttura e di rappresentanza.
Marco Bisiach
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