Dal “bollino qualità” alle escursioni a tema: così il turismo in Croazia si prepara alla sfida dell’estate
ZAGABRIA «Safe stay in Croatia», “soggiorno sicuro in Croazia”: è il titolo della campagna che il ministero del Turismo croato guidato da Nikolina Brnjac lancia da questo mese a livello internazionale in vista dell’estate. Zagabria ha presentato una piattaforma multilingue al cui interno è possibile individuare le strutture - dai ristoranti agli alberghi, dalla nautica alle agenzie di viaggio - che hanno ricevuto il marchio “Stay safe in Croatia”, a conferma che «tale struttura adotta tutte le misure epidemiologiche e le misure di protezione sanitaria prescritte».
Si tratta soprattutto di una campagna di comunicazione (giacché tutti, almeno in teoria, sono tenuti a rispettare le «misure prescritte») ma dà un’idea dell’impegno che il governo croato sta ponendo per sensibilizzare i suoi cittadini al rispetto delle norme e per assicurarsi una stagione turistica quanto più possibile riuscita.
Sulla costa si è infatti consapevoli che l’estate 2021 resta impossibile da prevedere e che tutto dipenderà dalla situazione epidemiologica non soltanto in Croazia, ma anche nei paesi di provenienza dei visitatori. «Ci stiamo preparando come se dovessero arrivare tanti turisti quanti nel 2019», afferma Davis Ivošević, direttore dell’Ente turistico dell’Istria. «L’anno scorso, nonostante la pandemia, abbiamo chiuso con il 50% degli arrivi rispetto all’anno precedente. Quest’anno vedremo, ma il nostro focus rimane la sicurezza sanitaria», prosegue Ivošević, che assicura che il suo ente ha già adottato dei protocolli speciali da attivare in caso di focolai e sta lavorando per ampliare l’offerta di tamponi rapidi per i turisti che ne avranno bisogno.
Anche il Quarnero ha un focus su cui puntare. «Il turismo sanitario avrà un ruolo importante in futuro nella nostra regione, cha da sempre ha questa vocazione, da quando Abbazia portò qui i primi visitatori nel XIX secolo», afferma Irena Peršić Živadinov, alla guida dell’ente turistico quarnerino. «In collaborazione con le nostre cliniche abbiamo preparato dei pacchetti per offrire trattamenti a chi ha avuto il coronavirus o per chi soffre di problemi di respirazione o di movimento», anticipa Peršić Živadinov. Difficile tuttavia fare previsioni sulla base delle prime prenotazioni. «Se tutto andrà bene, avremo una buona stagione», si limita a dire la direttrice.
Tra i privati il clima non è diverso. Il gruppo alberghiero Valamar, il primo in Croazia, si dice «pronto a qualsiasi scenario». «Offriamo ai nostri ospiti la massima flessibilità nella prenotazione dell'alloggio, con possibilità di cancellazione gratuita e/o cambio di prenotazione ad altra data», fa sapere Valamar. Lo scorso anno il gruppo ha mantenuto aperti «24 hotel e resort, oltre a tutti i 15 camping resort in otto destinazioni adriatiche» ricevendo 300.000 ospiti da inizio pandemia. Forte di oltre 4.400 dipendenti, Valamar è riuscito a preservare tutti i posti di lavoro nel 2020 e conta di fare altrettanto quest’anno.
Plava Laguna, concorrente di Valamar presente soprattutto in Istria, ha registrato un calo nei pernottamenti del 67% nel 2020, ma gli arrivi - sottolinea il gruppo - sono bastati a coprire i costi. Per quest’anno Plava Laguna confida nel «desiderio delle persone di viaggiare» e nelle bellezze naturali dell’Istria. Ma anche se nuovi lockdown dovessero bloccare gli arrivi, «abbiamo previsto 137 milioni di kune (18 milioni di euro) di investimenti tra innovazioni, miglioramenti tecnologici e risparmio energetico», dichiara Eva de Zan Prusina, portavoce del gruppo che conta 25 hotel, 4 resort e 13 complessi di appartamenti.
Di fronte a una stagione imprevedibile, ci si concentra dunque su quegli aspetti su cui si ha ancora un margine di manovra, pensando a come evolverà il settore nel dopo-pandemia. Joško Stella, direttore dell’Ente turistico della regione di Spalato e Dalmazia - che ha già aderito a “Safe stay in Croatia” - punta sulla natura: «A breve presenteremo una rete di 60 percorsi a tema per camminate ed escursioni sulle isole e nell’entroterra dalmata, pensati per tutti i profili, dalle famiglie agli sportivi», spiega. L’altro fronte su cui si punta, aggiunge Stella prevedendone un boom nei prossimi anni, è quello del urismo nautico. Ma per questo 2021? «Non mi sento di dire che ci aspettiamo una buona stagione, la situazione può cambiare in qualsiasi momento. Ma posso assicurare che siamo pronti e che se ci sarà una stagione turistica in Europa, la Croazia farà bene», conclude Stella. —
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