Dal 3 giugno l’Italia apre i confini con i Paesi Ue, stop quarantene. E in ristoranti e bar la distanza fra i tavoli scende a un metro
Il governo Conte dà carta bianca alle Regioni: da lunedì via libera a negozi, bar, ristoranti e parrucchieri. Solo Piemonte e Toscana rimandano di una settimana
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena
ROMA «È una fase delicata e non possiamo sbagliare, per questo vi chiedo spirito di collaborazione istituzionale, da parte del governo c’è la disponibilità a concedere alle regioni di procedere alle riaperture con propri protocolli. Ma dovete assumervi la responsabilità che sarà una ripresa in sicurezza».
Le parole del premier Giuseppe Conte sono il via libera che i governatori attendevano per dare un’ampia sforbiciata a metri di distanziamento e regole a volte un po’ cervellotiche delle linee guida di Inail e Istituto superiore della sanità. Ma a dettare la cornice del secondo step della fase 2 è il decreto legge, che a sua volta rimanda a un Dpcm per i dettagli.
Prima di tutto da lunedì prossimo non sarà più necessaria l’autocertificazione per uscire di casa, salvo che non si debbano varcare i confini della propria regione. Cosa possibile solo a partire dal 3 giugno. E dalla stessa data sarà possibile entrare in Italia dai Paesi Ue dell’area Schengen, compresi Svizzera e Monaco, senza l’obbligo della quarantena di 14 giorni. Una boccata d’ossigeno per la nostra stremata industria turistica. Il pressing dei governatori su Conte ha poi fatto saltare la parte del decreto che lasciava sì alle regioni la possibilità di riaprire sulla base di propri protocolli, ma «nel rispetto delle linee guida nazionali». «Sono troppo stringenti, dovete lasciarci liberi di applicare i nostri», ha tuonato il governatore veneto Luca Zaia, sostenuto però anche dall’Anci e dalla quasi totalità dei suoi colleghi. Così il governo allora fa un passo indietro, ma a quel punto è lo stesso Conte a invitare le regioni a mettere da parte la babele di delibere regionali, ciascuna con le sue regole. «Sono disponibile ad accogliere un testo unitario conforme alle linee generali previste dal governo», dice lasciando le regioni a riscrivere fino a sera le regole messe a punto da Inail e Iss che alla fine ne usciranno semplificate. Per essere poi fatte proprie dal governo dopo un consiglio dei ministri fiume, terminato a notte fonda, fissando anche le date delle riaperture: il 18 per negozi e parrucchieri, il 25 per bar, ristoranti e spiagge. Lasciando però sempre carta bianca alle regioni. Che infatti riapriranno tutto il 18, fatta eccezione per Piemonte e Toscana, che pur avendo come tutte le altre alla fine guadagnato la promozione dal monitoraggio epidemiologico del ministero della Salute, scelgono la linea della prudenza, aspettando il 25 per ristoranti e bar.
Al termine di una giornata fatta di scontri e trattative, chi si vede semplificata la vita sono soprattutto ristoratori e balneari. Al ristorante, come al bancone del bar, la distanza tra i tavoli scende innanzitutto da due a un metro. Lo stesso distanziamento che dovrà essere rispettato se a pasteggiare insieme non sono dei conviventi. Se il tavolo non è tanto capiente si alza la famigerata barriera di plexiglass. Restano il divieto di consumare a buffet e l’obbligo di prenotazione. Qui come altrove è consigliato rilevare le temperature e se si ha più di 37,5 si torna a casa.
Anche al mare si dimezzano le distanze di sicurezza, non più 20, ma 10 metri quadri a postazione di ombrellone e lettini, che poi significa mantenere 3 metri di distanza tra un ombrellone e l’altro e 3,5 tra una fila e l’altra. Tra i lettini la distanza scende da due a un metro e mezzo. La prenotazione non è più obbligatoria, ma «va privilegiata» e nelle spiagge libere per mantenere la distanza di sicurezza di un metro «si suggerisce la presenza di un addetto alla sorveglianza». Sì ai racchettoni, no al beach volley e alle partire a pallone.
Semplificata la vita anche ai negozianti, dove la regola aurea resta quella del distanziamento di un metro, l’igienizzazione di mani e ambiente, l’uso della mascherina per tutti e dei guanti quando si maneggiano scarpe o vestiti.
Dal parrucchiere oltre alla prenotazione obbligatoria, mascherina ffp2 senza valvola e visiera protettiva per chi taglia. Per ora si ricomincia così. Fermo restando che, come ha messo in chiaro Conte, dove i dati peggiorano si richiude tutto. —
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