Dal 1919 quattro generazioni dietro al bancone La macelleria Suppancig festeggia i 100 anni
TRIESTE. Un secolo è passato, e la macelleria Suppancig di piazza San Giovanni ha visto alternarsi dietro al suo bancone ben quattro generazioni. Una tradizione di famiglia, dunque, avviata esattamente il 10 ottobre del 1919 da Giovanni Suppancig, bisnonno dell’attuale proprietaria, Micol Suppancig. Un traguardo, quello del centenario, inaspettato per il padre Ivaldo, che mai avrebbe pensato, con due figlie femmine, di trovare un’erede che prendesse in mano quella faticosa attività, traghettandola fino a un “compleanno” così importante.
Il 1919 fu un anno molto fiorente per Trieste. La fine della Grande guerra vide aprire molte attività. Basti pensare che quest’anno, a festeggiare un secolo di vita, sono state realtà come la Samer, l’Antico Caffè Torinese, il calzaturificio Castiglioni. La macelleria Suppancig coronerà la ricorrenza anche con la targa d’argento dei locali storici. L’iter burocratico per l’assegnazione è in dirittura d’arrivo. Il Comune, dopo che la giunta municipale ha deliberato in merito valutando vi siano i requisiti, ha già trasmesso alla Regione la documentazione utile a inserire l’attività nella lista dei locali storici del Friuli Venezia Giulia.
«È stata una grande responsabilità prendere le redini di questa attività – dice Micol Suppancig –, è stato merito soprattutto di mio padre se ce l’ho fatta: mi ha insegnato i segreti di questo lavoro e lo spirito di sacrificio. Sono orgogliosa di avergli dimostrato che la sua fiducia nei miei confronti è stata ben riposta. Dedico questo traguardo proprio a lui che, ancor oggi, quando ho qualche perplessità, è mio fidato consigliere».
Le fotografie che la macelleria espone in vetrina, testimoniano la storicità di questa attività. Le panoramiche di piazza San Giovanni ritraggono un angolo di città che cambia nel tempo, si rinnova, ma quell’antica macelleria è sempre rimasta là. Giovanni, il fondatore, la guidò fino al 1968, passando poi la gestione al figlio Bruno che, a sua volta cedette la macelleria al figlio Ivaldo che l’ha condotta fino al 2004, affiancando alla vendita delle carni crude una vasta gamma di cibi cotti, declinando parte degli spazi a gastronomia, con specialità uniche, una su tutte il famoso “pollo al chimichurri” dalla ricetta esclusiva.
A Micol, infine, va riconosciuto il merito di aver innovato e rilanciato l’attività, che ha dato un ritocco al suo look anche di recente. «Mantenere e rinnovare questa realtà non è stato semplice – osserva l’imprenditrice che oggi dà lavoro a 8 dipendenti –: la concorrenza aggressiva della grande distribuzione impone tanto impegno e uno sforzo costante nel fornire prodotti di altissima qualità. I miei clienti sono attenti, sempre informati, pretendono trasparenza sugli allevamenti di provenienza della carne».
Per spegnere le 100 candeline insieme ai suoi clienti, ai cittadini e alle istituzioni, Suppancig ha organizzato proprio per giovedì 10 ottobre, alle 18, un brindisi affiancato, ovviamente, da un assaggio dei suoi prodotti.
Riproduzione riservata © Il Piccolo