Dal 1881 a oggi, con l’archivio digitale del Piccolo la memoria è a portata di clic: il giornale come antidoto alle fake news
Il nuovo portale è stato presentato nel Palazzo della Regione, nel corso di un evento con rappresentanti istituzionali e studenti del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Trieste

TRIESTE Una fotografia collettiva, ma anche una storia di famiglia, con i suoi dolori e rinascite, mode e tendenze, abitudini e innovazioni. Mettendo insieme, in un ipotetico documento lungo 550 mila pagine, le edizioni del Piccolo dal 1881 in poi, si ricostruisce un’eredità unica. Dell’Impero asburgico e dell’Italia, della Venezia Giulia e di Trieste, ma soprattutto di noi. Di come eravamo, come vestivamo, cosa votavamo. Ciò per cui ci arrabbiavamo con lettere piccate e per cui la politica si azzuffava. Grazie al nuovo Archivio storico digitale del Piccolo questo mondo di memorie sarà a portata di clic: tanti fatti e notizie, da leggere in quanto tali ma anche come strumento per capire chi eravamo.
«È la storia della nostra comunità, composta da eventi epocali mescolati a un’infinità di piccoli racconti di vita quotidiana - commenta il presidente della Regione Massimiliano Fedriga -. Fatti descritti da giornalisti e fotografi mossi dal desiderio di immortalare gli eventi che hanno visto Trieste grande protagonista. Dentro quelle pagine, che oggi possiamo sfogliare comodamente da qualsiasi device, comprendiamo anche lo scorrere del tempo, l’evoluzione delle mode e dei costumi, le ascese e le cadute di tanti movimenti politici». Secondo il governatore, questo progetto rappresenta «una straordinaria operazione di carattere culturale resa possibile dalle nuove tecnologie, che ci consente di apprezzare maggiormente il giornalismo di qualità. Nell’epoca delle velenose fake news è un’ancora di salvezza poter leggere ancora oggi chi fa informazione in modo corretto e trasparente, assumendosi precise responsabilità. Una linea editoriale che i direttori, i professionisti e i collaboratori del Piccolo, siamo certi, continueranno a seguire nelle edizioni a venire».
Il nuovo portale è stato presentato nel Palazzo della Regione, nel corso di un evento con rappresentanti istituzionali e studenti del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Trieste. Agli interventi di rito si sono alternati video, immagini, racconti. Inoltre tre studenti e ricercatori hanno presentato altrettante tesi di laurea sul Piccolo che affrontano tematiche molto diverse, dalle segnalazioni sullo spostamento del monumento triestino di Sissi ai suicidi femminili nel Dopoguerra, fino al racconto della guerra in Slovenia.
Si è chiuso con “Il ritorno dell’Est”, un dialogo tra il giornalista Ezio Mauro, già direttore di Repubblica e della Stampa, e l’accademica Tullia Catalan, e una pièce teatrale costruita sugli archivi de Il Piccolo: un fatto di cronaca nera di fine Ottocento recitato dagli studenti diretti dai docenti Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo. Tra gli interventi previsti, oltre a quello del presidente Fedriga, anche quello del rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda, dell’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli, dell’ad di Gedi Fabiano Begal, del soprintendente archivistico del Friuli Venezia Giulia Luca Caburlotto, del direttore del Servizio catalogazione, promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio dell’Erpac Guido Comis e del direttore generale del Comune di Trieste Fabio Lorenzut.
E non può mancare, ovviamente, il saluto del sindaco Roberto Dipiazza, che ringrazia a nome della città per questa iniziativa: «Come ogni storia di famiglia che si tramanda, Il Piccolo lo possiamo considerare come un nostro genitore, che sin dalla sua fondazione nel 1881 ha raccontato la nostra città, le sue gioie, i suoi dolori, le sue cadute e rinascite, i suoi successi e fallimenti - afferma Dipiazza -. Il patrimonio più grande di Trieste è rappresentato dalla sua storia, dalla sua cultura, dal suo essere città multietnica dalla vocazione europeista ancora prima che l’Unione europea nascesse. La Trieste che viviamo oggi è anche figlia dei drammi del Novecento che si sono consumati su queste terre. Questo progetto, dunque, non è soltanto una sfida bellissima e contemporanea con il nuovo ecosistema dell’informazione, ma è il più grande regalo che Il Piccolo potesse fare alla sua città e ai suoi cittadini. Per poter guardare avanti con fiducia e ottimismo - conclude il sindaco - bisogna conoscere ciò che siamo stati e cosa abbiamo vissuto come comunità».
Il rettore Roberto Di Lenarda si dice «contento e orgoglioso del ruolo che l’Università, con i suoi docenti e studenti, ha avuto in questo meritorio progetto. Un progetto - spiega - che consolida ulteriormente il rapporto, già molto forte, tra l’ateneo e la città attraverso il Piccolo, che ne rappresenta da sempre la voce più riconoscibile. Il Piccolo è Trieste, la racconta in tutte le sue sfumature e adesso, grazia al nuovo Archivio storico digitale, diventa ancora più accessibile: ricercatori e non avranno un ulteriore strumento di approfondimento a disposizione». Apprezzamento per l’iniziativa anche dall’assessore Tiziana Gibelli, che spiega che «la storia di questa terra di frontiera è unica, come quella del Piccolo, con i suoi 140 anni di storia e una vocazione e un respiro nazionali. Questo progetto mi piace molto perché consentirà a tutti, studiosi ma anche curiosi, di disporre di una cronaca unica, di rileggere la storia attraverso un giornale che ne è, da sempre, osservatore privilegiato e speciale. L’unicità del Piccolo è indiscussa, per cui con questo lavoro apriamo una finestra sulla storia del Novecento che racconta - conclude - il travaglio di una frontiera italiana particolare».
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