Daila torna ai Benedettini, ha vinto il Vaticano

Il passaggio di proprietà dell’ex convento è stato registrato al Tribunale di Buie Diocesi di Pola verso la bancarotta. E al clero istriano viene imposto il silenzio

POLA. Come comunicato dalla Televisione pubblica, i frati Benedettini dell'Abbazia di Praglia in Provincia di Padova, sarebbero ritornati in possesso del monastero di Daila vicino ad Abbazia e della relativa tenuta immobiliare di circa 180 ettari (altri 190 ettari sono stati venduti). Per la precisione, al Tribunale comunale di Buie, i beni contesi sarebbero stati intestati alla società Abbazia d.o.o. di Pola, fondata ad hoc dai Benedettini stessi. Viene cosi attuato il contestato accordo definito dalla commissione cardinalizia nominata dal Papa (vi ha fatto parte anche il cardinale Josip Bozanic ora fortemente criticato dal clero istriano) che nel luglio scorso il vescovo istriano Ivan Milovan si era rifiutato di firmare. Al suo posto aveva nominato un supplente per la curata di un minuto, quanto basta per apporre la firma.

E la Diocesi istriana sembra abbia fatto marcia indietro dai focosi propositi di inoltrare ricorso appellandosi tra l'altro agli Accordi di Osimo secondo cui i Benedettini non avrebbero più diritto ad alcun risarcimento in quanto già risarciti con l'importo di 1,7 miliardi di lire. In base all'accordo depositato al tribunale di Buie, la Diocesi si impegna a versare ai benedettini 4 milioni di euro di risarcimento di varie spese procedurali, giudiziarie e interessi di mora. La Diocesi non dispone della cifra per cui si prospetta il pignoramento dei beni, in poche parole la bancarotta. Stando alla stampa croata si sono rivelate senza fondamento le promesse di sostegno giuridico e politico alla Diocesi da parte della premier Jadranka Kosor e del capo dello stato Ivo Josipovic. Le ultime residue speranze vengono riposte nella Procura di Stato che però non sembra avere in mano appigli legale per invalidare il passaggio di proprietà.

È di ieri la notizia al momento ancora ufficiosa, della revoca della delega da parte del vescovo Milovan allo studio legale che finora ha difeso la Diocesi nella vicenda. A differenza dei giorni scorsi, ieri nessuno della Diocesi di Parenzo–Pola ha rilasciato dichiarazioni stampa, neanche il focoso cancelliere Ilija Jakovljevic. Per quale motivo? Semplicemente perché il Nunzio apostolico a Zagabria mons. Mario Roberto Casari ha imposto per cosi dire il silenzio stampa invitando i vescovi croati ad appoggiare il cardinale Bozanic che nella vicenda si è subito schierato dalla parte del Vaticano, scatenando la rivolta del clero istriano. Ora dunque sono tutti zitti. Il Glas Istre parla addirittura di situazione d'emergenza nella chiesa croata con mons. Casari che in virtù del diritto canonico avrebbe richiamato tutti all'obbedienza nei confronti del Vaticano.

(p.r.)

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