Dai vini del Collio alla Barcolana: così la Lonely Planet celebra il Friuli Venezia Giulia

Arte, cibo, natura, letteratura: i punti di forza della regione nella prima Lonely Planet in inglese

Marco Ballico
Turisti a Trieste (Francesco Bruni)
Turisti a Trieste (Francesco Bruni)

TRIESTE Agli occhi di un inglese, uno dei punti di forza del Friuli Venezia Giulia è che qui «si vive bene». Per la posizione geografica, lontana dal turismo di massa, a stretto contatto con la natura, e per i servizi, con standard da Nord Europa. Luigi Ferrauto è uno degli autori della guida Lonely Planet sul Fvg, la prima in lingua inglese e con diffusione mondiale sulla nostra regione, e spiega perché la casa editrice australiana ha deciso di accendere i riflettori a Nordest, con tanto di presentazione a Londra a testate britanniche e internazionali di un volume che descrive e racconta le perle del territorio.

Il Fvg sbarca nelle librerie di tutto il mondo con la “sua” prima Lonely Planet in inglese
La guida dedicata al Friuli Venezia Giulia

Gli autori

Per presentarle al meglio al pubblico anglofono, Lonely Planet si è affidata ad autori locali (Ferrauto aveva già curato la guida in italiano dedicata alla regione, stavolta lo affianca Piero Pasini) ed è un’eccezione dato che solitamente sono gli autori inglesi a scrivere i testi in lingua madre. Il velo è stato tolto giovedì al Langham Hotel, presente l’assessore regionale al Turismo Sergio Bini, che ha parlato di «strumento agile, ma al tempo stesso autorevole» e ricostruito il peso crescente del turismo da Gran Bretagna e Stati Uniti.

La guida

Poco più di 300 pagine, una sezione con indicazioni generali per pianificare il viaggio, un'altra, “On the road”, con focus sulle aree principali: Trieste e il Carso, Gorizia e il Collio, il mare e le lagune, Udine e la sua vasta provincia, Cividale e le Valli del Natisone, le montagne. «Una regione che ha davvero di tutto», è l’inizio di un percorso in cui al lettore anglofono vengono presentati l’incrocio di popoli e lingue, lo spazio breve dai monti all’acqua, le occasioni di turismo lento, le esperienze all’aperto, la ricchezza dell’enogastronomia.

il fenomeno
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È ancora Ferrauto a far comprendere dove nasce l’interesse del mondo anglofono – la guida è acquistabile da giugno nelle librerie britanniche, ma la si troverà con tiratura alta anche in Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia –: «In quei Paesi l’immaginario è quello della “dolce vita” e la passione è per i luoghi collinari, in cui si abbina una natura gentile al buon cibo». Toscana, verrebbe da pensare. Ma anche, da qualche anno, come testimoniano i numeri all’insù delle presenze turistiche di lingua inglese, il Fvg, «che mette insieme aree differenti dal punto di vista naturalistico e storico, però a poca distanza tra loro e con prezzi più abbordabili».

Le storie
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Zone tra passato e presente

E così, «se Trieste gode già di una grande fama, per merito di Joyce e della storia della città nel post seconda guerra mondiale, il Collio e i suoi vini sono per i turisti inglesi piacevoli novità». Nella guida si trovano i grandi autori della letteratura e la dimensione popolare, la cultura e i piatti tipici, la storia e i paesaggi. Di ciascuna delle zone, Ferrauto e Pasini ricostruiscono il passato e analizzano il presente.

Di Udine, per esempio, si sottolinea come la reputazione di destinazione «poco brillante, se non noiosa» sia ormai superata. E poi si danno suggerimenti su che cosa andare a vedere, su dove alloggiare e naturalmente su dove mangiare, con indirizzi web e numeri di telefono.

Mappe e itinerari

Non mancano mappe, itinerari e pure una classifica delle 15 esperienze da fare in regione: si parte con Trieste e il suo mare, si prosegue con Udine e la sua vita notturna, Gorizia, i Castelli tra le onde, le località di mare, la “dolce vita” del Collio, le Dolomiti, il Carso, San Daniele del Friuli, Ville e Castelli, il Tagliamento, Cividale e le Valli del Natisone, le colline, i Palazzi di Pordenone e Aquileia.

Mese per mese, in un altro capitolo, si mettono in fila gli appuntamenti da non perdere: dal Carnevale di Muggia di febbraio al Far East Festival di aprile, da èStoria di maggio al premio Hemingway di giugno, da Mittelfest di luglio alla Barcolana di ottobre. E ancora compaiono immagini e descrizioni del cibo: salumi e formaggi, aceto e rosa di Gorizia, frico e cotto e cren. Vini e liquori. Campi di golf e altra offerta sportiva. Spazi per bambini e per chi invece ama l’avventura.

Turismo asset strategico

Negli ultimi anni, ha rimarcato Bini nel corso della presentazione londinese, in dialogo con il vicepresidente di Lonely Planet Tom Hall, «il settore turismo è diventato un asset strategico dell'economia regionale, tanto che oggi vale il 14 per cento del Pil. Il Fvg – ha proseguito l’assessore – ha alzato con convinzione l'asticella della promozione e la nuova guida ne è la dimostrazione: dalla piazza di Londra la nostra regione si presenta per la prima volta al mondo».

All’interesse di inglesi e americani per cibo e vino, città d’arte e località patrimonio Unesco, si aggiunge ora anche altro, molto altro. Come mostra il recente caso del Fantasma dell'Opera in scena al Rossetti di Trieste, è stato evidenziato, che ha richiamato pubblico da 70 paesi diversi.

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