Dai tunnel alle maxi volte: Park San Giusto si svela

All’esterno, davanti all’imbocco del tunnel che conduce alla “pancia” della maxi opera, lavora senza sosta una speciale pompa, che attinge alla betoniera posizionata nel piazzale e “spara” getti di calcestruzzo direttamente in caverne e gallerie. All’interno un piccolo esercito di 100 operai armeggia 24 ore su 24 con guaine in pvc, reti e armature per completare i rivestimenti dei solai e delle volte che ricoprono i transetti.
Sembra un grande alveare scavato nella roccia il cantiere del Park San Giusto, uno dei progetti più complessi - sia sotto il profilo tecnico-ingegneristico, sia dal punto di vista dell’iter burocratico-autorizzativo -, avviati a Trieste negli ultimi 20 anni. Basta pensare che del mega posteggio su cinque piani - tre sotterranei, uno poco sopra il livello stradale e l’ultimo sopraelevato -, si parla addirittura dal 1996. Anche se, si affretta a precisare Franco Sergas, presidente della Park San Giusto spa (società titolare del project financing), la delibera di approvazione finale dell’opera è arrivata appena nel 2010. Il dilatarsi infinito dei tempi, insomma, non è stato provocato da incidenti di percorso incontrati dopo l’avvio dei lavori - partiti tre anni fa e, assicura Sergas, portati avanti senza grossi intoppi -, bensì dalla fase legata a progettazioni e sondaggi. «Il vero ostacolo, in particolare, è stato il raddoppio dei tempi previsti per le indagini archeologiche. Quello sì - ammette l’ingegnere - si è rivelato un grosso ostacolo da superare».
La fase più critica, comunque, è ormai alle spalle. Tutti, - dagli operai ai progettisti, fino al pool di banche che ha finanziato l’opera, costata complessivamente 42 milioni di euro, oneri finanziari inclusi -, vedono ormai la luce in fondo al tunnel (nel senso letterale del termine), e guardano con trepidazione al traguardo di metà aprile. Data in cui, garantiscono Sergas e il geometra amministrativo del cantiere, Luca Scuracchio, verranno definitivamente consegnati i lavori.
Traguardo troppo ambizioso? No, a giudicare da quello che si può vedere varcando la soglia del grande ingresso rettangolare addossato alle case di epoca romana alla base del colle di San Giusto. Le opere interne - dalle rampe ai percorsi d’accesso, dalle strutture in cui verranno montati gli ascensori ai vani scale - sono sostanzialmente completate. «Lo stato di avanzamento lavori ad oggi Diciamo l’87%», precisa il presidente della spa. Mancano, quello sì, i rivestimenti di solai e volte. Ma non ci vuole troppa fantasia a immaginare l’organizzazione degli spazi una volta rimosso anche l’ultimo ponteggio. Al piano zero e al primo livello superiore (indubbiamente il più “bello”, perché sormontato da una maxi volta), per esempio, sono già stati eretti i muretti alti 2,4 metri (inizialmente dovevano essere solo di 80 centimetri, con sopra una rete), che delimitano i 248 box privati. E al piano - 1, quello che accoglierà la maggior parte dei 140 posti auto destinati alla vendita, balza subito all’occhio un dettaglio: la totale assenza di pilastri, elementi in genere abituali all’interno dei grandi parcheggi. «Abbiamo scelto di adottare questa soluzione in tutti e tre i piani interrati (che accoglieranno complessivamente 338 stalli, 304 a rotazione e 34 riservati al Comune, ndr) - spiega ancora Sergas -, per rendere particolarmente agili le manovre degli automobilisti». Un principio che ha “ispirato” anche la realizzazione delle rampe d’accesso che conducono ai vari piani: la larghezza, 4,5 metri, è quella tipica delle rampe doppie, ma i veicoli le percorreranno rigorosamente a senso unico. Il rischio di strisciare la fiancata della macchina salendo o scendendo, insomma, è davvero ridotto al lumicino.
Come difficile sarà, una volta sistemate le luci (tutte a led), posizionata la segnaletica e assegnati i colori ai vari piani (al + 1, il più prestigioso, è stata assegnata una tinta simile al Marsala, eletto colore dell’anno), perdersi all’interno degli spazi. Che, almeno a una prima occhiata, sembrano ben organizzati fin dall’ingresso: percorsa una decina di metri, ci si trova nel transetto anteriore da cui partono due “ali”: girando a destra si scende ai piani inferiori, imboccando la sinistra si raggiunge il livello sopraelevato. E chi volesse andare dritto? Potrà farlo a piedi: raggiungerà così una sorta di piazzetta con le casse automatiche interne e due piccoli tunnel, che conducono poi ai vani scale e agli ascensori. Compreso, più avanti, quello alto ben 67 metri che sbuca dritto a San Giusto.
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