Dai tuffi ai racchettoni: tutti i divieti sulle spiagge
TRIESTE Se il bel tempo si attarda ancora, allontanando a chissà quando il piacere di spensierate giornate di sole e mare, non è così per la burocrazia che ha già preparato le scartoffie per dare il via ufficiale alla stagione balneare 2016. È di questi giorni il timbro del Comune di Trieste sulla corposa ordinanza che fissa regole e norme per il “bon ton” di bagnanti e gestori. Perché la spiaggia sarà anche “libera”, ma questo non significa affatto anarchia.
Tutt’altro. Musica da aferhours, pallonate alla Holly and Benji o camping improvvisati, per non parlare dei cani che fanno storia a sé, non sono ben accetti. Non è un vezzo del sindaco, ma sono vere e proprie leggi regionali e statali, codici e altrettante ordinanze della Capitaneria di Porto scritte nero su bianco. Perché pur sempre di aree demaniali si tratta.
Da una decina di anni a questa parte, come noto, il Comune ha la competenza dell’intera striscia costiera, ad esclusione del tratto tra la foce del torrente Boveto e la Punta Ronco che è di pertinenza dell’Autorità portuale. È là, dunque, che valgono le direttive stabilite dal documento comunale per l’intero periodo che va dal primo giugno fino al primo settembre. In questi tre mesi nelle aree destinate alla balneazione, analogamente agli specchi d’acqua antistanti, sarà obbligatorio rispettare alcuni semplici usi e, naturalmente, costumi.
Vietato, innanzitutto, occupare con ombrelloni, sedie, sdraio, sgabelli e teli la battigia. Cinque metri, precisa l’ordinanza, sono destinati esclusivamente al libero transito delle persone e dei mezzi di emergenza. Non è permesso neppure campeggiare, impiantare tende di qualsiasi tipo, baracche, roulotte, o pernottare nelle cabine e all’addiaccio. Naturalmente è permesso usare ombrelloni e altro, ci mancherebbe, ma l’attrezzatura non può essere lasciata all’aperto dopo il tramonto, vale a dire dalle otto di sera alle sette del mattino del giorno dopo. Stesso discorso per lettini, tavole da surf e materassini gonfiabili. Impensabile, come immaginabile, transitare con veicoli e scooter, fatta eccezione per gli addetti alla pulizia del suolo e ai soccorritori.
I venditori ambulanti possono però utilizzare carrelli, ma solo se spinti a mano o ad alimentazione elettrica, ma sempre non oltre i cinque chilometri orari. Attenzione poi quando si gioca a palla o con i racchettoni: non si deve arrecare «danno o molestia alle persone - precisa l’ordinanza - né turbativa alla pubblica quiete». Meglio dunque spostarsi negli spazi attrezzati dai gestori.
Altolà alla musica. Il regolamento fa esplicito riferimento al divieto di procurare «disturbi acustici» specialmente nella fascia oraria «di rispetto» dalle 13 alle 16, così come i «rumori molesti». Se è difficile controllare il pianto e le urla dei bimbi, è più facile aspettarsi che i più grandicelli evitino di fare confusione. Vietata l’attività commerciale fissa o itinerante, se non appositamente accordata, così come fare pubblicità e attività promozionali. Chi prende il sole non gradisce volantini e gadget, insomma.
Anche le iniziative ricreative, gli eventi estivi, gli spettacoli e quant’altro devono essere autorizzati preventivamente dal Comune. Niente tuffi e nuotate, infine, nella zona dello squero di Barcola che confina con la Pineta di Barcola, visto che lo specchio d’acqua antistante è impiegato per il passaggio delle imbarcazioni.
Tutto ciò vale per i bagnanti, ma l’ordinanza comunale dedica un intero capitolo anche ai gestori degli stabilimenti che possono operare solo se coperti dalla licenza comunale d’esercizio nonché dall’autorizzazione sanitaria. Le strutture, comunque, devono essere aperte al pubblico non più tardi delle 9 del mattino e non si possono chiudere i battenti prima delle sette di sera. Le riduzioni d’orario e le chiusure per maltempo vanno comunicate alla Capitaneria di Porto di Trieste e agli uffici municipali. Ma i concessionari devono osservare pure precisi obblighi di igiene e assicurare il funzionamento dei sevizi, come bagni e docce. L’uso di sapone e shampoo non è permesso se gli impianti non sono dotati di idoneo sistema di scarico. All’ingresso di ciascun stabilimento, recita ancora il documento comunale, la gente deve poter trovare copia delle ordinanze di sicurezza per la stagione in corso e le tariffe applicate. È obbligatorio inoltre garantire l’accesso al mare alle persone con disabilità, anche con percorsi e attrezzature apposite; ogni struttura, infine deve disporre di toilette adeguate.
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