Dai runner africani ai testimonial, tanti dubbi a 5 giorni dal Trieste Running Festival
TRIESTE Il tempo stringe. Mancano cinque giorni alla mezza maratona e al giorno clou, domenica 5 maggio, del Trieste Running Festival. Nonostante ciò, tanti sono gli interrogativi ancora aperti dopo il caso dello stop ai top runner africani e del successivo dietrofront dell’organizzatore Fabio Carini. Innanzitutto non si conoscono ancora i nomi degli atleti africani che, in teoria, domenica dovrebbero essere invitati alla gara. C’è poi il silenzio in cui sembra essersi chiuso lo stesso Carini, anche ieri irrintracciabile. Viene inoltre da chiedersi quante saranno le persone che daranno forfait all’ultimo minuto, a seguito delle polemiche: sui social è infatti in corso una campagna che invita a boicottare la corsa, e ciò non senza un conseguente, palese danno d’immagine per Trieste.
All’indomani dello scoppio del caso, Carini aveva fatto un repentino passo indietro, aprendo all’ingaggio etico di top runner africani. «Inviteremo anche atleti africani, lavorando con procuratori in grado di garantire e certificare un comportamento trasparente e tracciabile», aveva dichiarato. Ieri, tuttavia, l’organizzatore della mezza maratona non è risultato reperibile al telefono, malgrado i ripetuti tentativi. Al momento non si sa pertanto se tali atleti siano stati individuati, né chi eventualmente siano. Nel frattempo gli sponsor, ovvero Generali e AcegasApsAmga, non hanno rilasciato commenti alla stampa. Stando a quanto risulta al Piccolo, tuttavia, avrebbero appreso la notizia dai media, non senza stupore. Si vocifera inoltre che il passo indietro di Carini sarebbe avvenuto anche a seguito di alcune sollecitazioni da parte degli stessi sponsor.
Dubbi coinvolgono anche i testimonial dell’evento, ovvero Flavio Furian e Maxino. Il duo comico ha comunicato di voler cancellare il contributo che in precedenza aveva fornito all’inserto del Piccolo sul Running Festival, in uscita domani. È pertanto lecito domandarsi se continueranno a esserne i testimonial. Interrogati a riguardo, non hanno tuttavia voluto rilasciare dichiarazioni.
C’è poi la questione legata alla pagina Facebook ufficiale della gara, che ieri risultava oscurata. Provando ad accedervi, si visualizzava infatti soltanto il messaggio automatico fornito dal social network: «Spiacenti, questo contenuto non è al momento disponibile». Il che solleva ulteriori domande: è stato chi cura la comunicazione dell’evento a eliminarla? Se sì, perché? O forse, come è più probabile, gli utenti Fb hanno segnalato la pagina in massa, provocandone il blocco da parte della stessa piattaforma social? Quelli appena elencati sono tutti interrogativi che, attualmente, non hanno ricevuto risposta. Al netto delle tante domande di certo rimane un fatto e cioè, volente o nolente, la città ha subito un danno d’immagine. Non solo per l’eco intercontinentale che ha avuto la notizia, rimbalzata fino alla Cina, passando per testate dal prestigio del New York Times. Ma anche per le conseguenze pratiche di tale eco. Come accennato sopra, infatti, su Twitter è partita una campagna che invita a boicottare la mezza maratona, contrassegnata dagli hashtag “#facciamorete” e “#Trieste”. Scrive a riguardo un utente social: «Non è accettabile la vergognosa decisione degli organizzatori della maratona. La gara va boicottata o annullata». Per un altro «chi ha organizzato tutto ciò dovrebbe essere rimosso da ogni funzione o carica pubblica. Ma innanzitutto se fossi un triestino boicotterei la mezza maratona». E così via. —
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