Dai pipistrelli il virus di Ebola si è diffuso fra gli uomini
Ebola: qual è la genesi di questa pericolosa malattia? Non è possibile attribuirla né ad una persona né ad una popolazione, quanto piuttosto ad una specie animale. Si parla in questo caso degli Pteropodidi, una famiglia di pipistrelli, comprendente la volpe volante ed il pipistrello della frutta, diffusa soprattutto nelle foreste tropicali dell'Africa. Recenti ricerche mediche, in accordo con quanto sostenuto nel saggio "Spillover" di David Quammen, affermano che la malattia è presente all'interno di tali mammiferi da parecchio tempo ma, trattandosi di portatori sani, non è mai stata rilevata nel loro organismo. Questi pipistrelli potrebbero avere poi favorito la diffusione del virus tra le altre specie animali del loro ambiente, delle quali gli uomini avrebbero potuto eventualmente nutrirsi, dando inizio alla proliferazione della malattia all'interno delle comunità. Non è da escludersi però che gli abitanti di alcuni villaggi limitrofi alle foreste si siano direttamente nutriti dei pipistrelli, favorendo la trasmissione dell'Ebola.
Fino ad ora i casi dell'epidemia, con il conseguente bilancio delle vittime, si erano presentati in numero piuttosto limitato: probabilmente ciò era dovuto all'isolamento dei villaggi rurali dell'Africa rispetto ai centri abitati più grandi ed alla distanza tra un villaggio e l'altro. All'interno delle comunità rurali la diffusione del virus sarebbe stata favorita da abitudini e riti tradizionali come la celebrazione dei morti, che avrebbero comportato inevitabilmente il contagio, causato dall'eccessiva vicinanza degli abitanti al defunto. Il numero ridotto di casi non aveva sollecitato un più approfondito studio riguardo alle proprietà del virus. L'epidemia avrebbe poi iniziato a diffondersi anche all'interno dei centri abitati più estesi in seguito alle operazioni di disboscamento dovute alla costante ricerca di minerali e materie prime in zone africane poco esplorate. Un altro fattore che avrebbe contribuito alla diffusione della malattia si può individuare nei sintomi stessi del virus, alcuni dei quali potrebbero essere stati confusi con quelli di malattie più banali e frequenti. La preoccupazione si sarebbe manifestata solo in seguito alla comparsa dei sintomi più gravi. Questo fenomeno che, per quasi tre decenni (il primo caso si è avuto nel 1976), si è manifestato in un'area geografica abbastanza ristretta e ha riguardato un limitato numero di individui, ha cominciato ad interessare larga parte del globo ed una sempre più vasta platea di persone, diventando un problema di ordine mondiale.
Di fronte ad un'emergenza di tale portata, molti governi hanno deciso di impiegare consistenti risorse economiche per sostenere istituti di ricerca al fine di fronteggiare e risolvere la "questione Ebola". Scoprire le sue origini però è stato il primo passo imprescindibile per il raggiungimento dell'importante traguardo.
Matteo Visintin
III B Liceo Scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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