Dai pic nic alle gite: ecco la mappa dei divieti nelle festività pasquali

TRIESTE La caccia all’uovo di cioccolato per figli e nipoti. Le prenotazioni al ristorante per Pasqua e la grigliata di Pasquetta. Le gite fuori porta. Tutto in tono minore, se non proprio vietato. Andrà perfino peggio di 46 anni fa, quando la crisi petrolifera impose l’austerity ma, al momento delle festività pasquali del 1974 però, 14-15 aprile, il governo Rumor concesse deroghe rispetto al divieto di circolazione ai mezzi motorizzati su tutte le strade pubbliche nei giorni festivi.
Stavolta, di fronte al coronavirus, di spazio per deroghe non ce n’è proprio. Anzi, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga è dovuto intervenire con un’ultima ordinanza, la numero 8, per dettare altri divieti estesi in particolare alla giornata di lunedì 13 aprile, quando più di prima, viste anche le previsioni meteo, si potrebbe diffondere nella popolazione la tentazione di abbassare la guardia.
Non resta invece che prendere atto che Pasqua e Pasquetta rientrano regolarmente nelle misure che in Friuli Venezia Giulia sono, in particolar modo per attività sportiva all’aperto e passeggiate, perfino più restrittive che nelle altre regioni.
Perciò, sempre con l’obiettivo del contenimento e della gestione dell’emergenza sanitaria e a integrazione dell’ordinanza numero 7 del 3 aprile, che aveva già confermato la chiusura domenicale di tutte le attività commerciali ad eccezione delle farmacie, delle parafarmacie, delle edicole e degli esercizi nelle aree di servizio situati lungo la rete autostradale e presso porti e interporti, domenica e lunedì non si potrà uscire per fare la spesa, in presenza appunto della chiusura di supermercati e piccoli negozi di generi alimentari.
Per chiarire definitivamente l’intero provvedimento, nelle Faq pubblicate sul sito della Protezione civile regionale, alla domanda se sono previste ulteriori limitazioni al decreto del presidente del Consiglio dei ministri datato 1 aprile, si risponde che sì, in Fvg sono vietate corse e passeggiate e qualsiasi altro spostamento che non sia strettamente determinato da comprovate esigenze di lavoro, di salute o di approvvigionamento alimentare (in quest’ultimo caso si fa riferimento ai giorni feriali). Rimangono invece permesse le consegne a domicilio, pure nei giorni festivi. Con le consuete precauzioni sanitarie per evitare quanto possibile il rischio dei contatti interpersonali e dunque di contagio.
Sempre in vigore poi gli obblighi di protezione di naso, bocca e mani quando si entra in un negozio o si sale sull’autobus o sul taxi. È necessario indossare la mascherina o comunque una protezione. La Regione, con lo stesso presidente Fedriga, ha già chiarito che i cittadini potranno servirsi di fazzoletti, sciarpe, foulard, copricollo, l’importante sarà coprire le parti del corpo attraverso le quali può “viaggiare” il Covid-19.
Un piccolo accorgimento che, anche a sentire i medici, può consentire di limitare la diffusione del virus. La Regione ha informato anche che, in relazione all'utilizzo di guanti monouso negli esercizi commerciali, l’obbligo – come da ordinanza numero 7 – si riferisce ai mercati al chiuso e all'aperto e ai negozi di generi alimentari, compresi i supermercati, e che la disposizione si applica non solo ai venditori, ma anche agli acquirenti. L’unico caso in cui non viene imposto l’uso dei guanti ai clienti è negli esercizi in cui non vi è una manipolazione diretta dei beni da parte del compratore. Dalle pescherie alle macellerie, dai panifici ai banchi dei mercati. —
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