Dai libri esotici alle borse della spesa: la pazza lista degli oggetti smarriti
TRIESTE I triestini? “Distratti”. Sono migliaia infatti gli oggetti dimenticati ogni anno un po’ ovunque, tra negozi e mezzi pubblici o semplicemente per strada e negli spazi pedonali. E le curiosità non mancano. C’è ad esempio chi ha abbandonato una pentola col minestrone su un bus e chi ha lasciato un passeggino per gemelli in un centro commerciale.
Nella maggior parte dei casi lo sbadato torna sui suoi passi e richiede il bene che gli appartiene. Ciò che non viene richiesto dal proprietario talvolta viene donato ad associazioni benefiche oppure, se di valore, dopo un anno va a chi l’ha rinvenuto.
Nel 2019 a bordo degli autobus della Trieste Trasporti sono stati recuperati ben 1.300 oggetti. I più frequenti sono stati guanti, berretti, cartelle da disegno, libri di testo scolastici e libri da lettura, anche “esotici”, e ancora cellulari, giacche, maglioni, chiavi, qualche orologio, tantissimi occhiali e pure alcuni bancomat. «Eppoi naturalmente portafogli, parecchi nell’anno passato», spiega Michele Scozzai, responsabile della comunicazione della Trieste Trasporti: «Ne è stato ritrovato uno con mille euro dentro e un altro con 600 euro. Tra le cose più curiose del 2019 un pentolone contenente una minestra di verdure e una borsa frigo. Ma anche collanine, orecchini, documenti, cartelle ospedaliere e tanti, tantissimi ombrelli. Numerosi anche gli zaini scolastici, due o tre al mese, e poi un paio di computer».
Quando la merce è riconducibile a una persona, viene immediatamente contattata. Altrimenti - dopo un mese circa - gli oggetti di valore non ritirati vengono consegnati alla depositeria del Comune, gli altri vengono conservati alla stessa Trieste Trasporti per circa un anno, a disposizione del legittimo proprietario. Successivamente gli indumenti in buone condizioni vengono donati, così come i libri.
Anche nei centri commerciali c’è chi ha passeggiato, evidentemente, soprappensiero. Tanti gli oggetti recuperati nel 2019 alle Torri d’Europa, per lo più occhiali, sciarpe, berretti e qualche telefonino. Più particolari le dimenticanze a Montedoro: biciclette, monopattini e diversi passeggini, tra i quali uno gemellare, oltre a vestiario di vario tipo, compresi giubbotti, nonché cosmetici e cellulari. Al Giulia invece in tanti hanno scordato il bancomat dopo aver prelevato i contanti, con la tesserina lasciata appoggiata allo sportello, ma ci sono anche molte persone che dopo aver fatto la spesa, magari sorseggiando un caffè, hanno lasciato a terra la borsa con alimenti, bevande e prodotti per la casa appena comprati.
Al bazar di abbigliamento e accessori Mirella in corso Cavour è lunga la fila di ciucci che i bebè perdono probabilmente mentre le mamme si dedicano allo shopping. In altri negozi, in particolare durante le festività, la gente lascia anche borse con i regali, nella frenesia della corsa al dono, soprattutto a ridosso del Natale. Sono i “soliti” mazzi di chiavi ad abbondare nell’ufficio “oggetti smarriti” del Comune, insieme a telefonini e documenti che però, in questo caso, ritrovano presto il possessore. E se fino a una decina di anni fa quando si perdeva qualcosa l’unica soluzione erano una serie di telefonate e un tour nei luoghi percorsi, ora la risposta arriva spesso dai social.
L’oggetto ritrovato finisce puntualmente sui gruppi Fb più popolari e tante volte basta un rapido passa parola per scovare il disattento di turno.—
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