Dai laboratori ai dirigenti, tagli all’Arpa

La Regione impone una stagione di risparmi e il trasloco in strutture meno care. Si va verso il centro analisi unico a Udine

TRIESTE. Accorpamento di laboratori, dismissioni di sedi, stretta sui dirigenti, fino ai tagli su missioni, consulenze e automobili. Si risparmierà su tutto, con una parola d’ordine: ridurre le inefficienze aziendali. La spending review della Regione travolge anche l’Arpa. Con una delibera, fresca di pubblicazione, la giunta Serracchiani ha tracciato le nuove linee di indirizzo per la programmazione 2015- 2017 dell’agenzia ambientale. Per il 2015 i fondi a disposizione ammontano a 21.865.000 euro, una riduzione dell’1,06% rispetto al 2014. Una calo per «concorrere agli obiettivi di finanza pubblica». Fissato a 356 unità il tetto massimo sui dipendenti e via al piano trasloco per realizzare il “Laboratorio unico regionale”, con ogni probabilità a Udine. Si chiude quindi Pordenone. Trieste rimane, ma solo provvisoriamente. Dopo la nomina del dg Luca Marchesi, nei prossimi giorni è attesa anche quella dei direttori amministrativo e scientifico.

Controllo e vigilanza In una trentina di pagine, la giunta ha messo nero su bianco la mission, gli obiettivi e gli assi su cui si muoverà la futura riorganizzazione dell’ente. Nelle premesse si ribadisce innanzitutto il ruolo dell’agenzia sul territorio, che resta quello di sempre: monitoraggio, controllo ambientale e climatico, vigilanza sulla salute delle persone e tutela igeinico-sanitaria di alimenti e bevande. E, ancora, procedure autorizzative, progetti di prevenzione, conservazione delle risorse naturali, degli habitat e della specie, accanto all’attività di laboratorio con il campionamento e l’analisi dei fattori di inquinamento dell’aria e dell’acqua. Tutti servizi che, nelle scheda tecnica allegata alla delibera della giunta, corrispondono a precise strategie operative.

Distretti e laboratori Confermato l’attuale schema sui 4 dipartimenti provinciali di Pordenone, Distretto del Medio e Alto Friuli, Distretto dell’Isontino-Basso Friuli e Distretto di Trieste. Rivoluzione, invece, per l’attività di analisi. Oggi il servizio è articolato su tre sedi – Udine, Trieste e Pordenone (Gorizia è già stata disattivata nel corso del 2014) – ma per il futuro l’intenzione è creare un “Laboratorio unico regionale”, annuncia la delibera. Sparisce Pordenone. «Le attività andranno unificate e svolte in misura preponderante presso la sede di Udine che, oltre ad essere in posizione baricentrica, costituisce il centro più strutturato e meglio attrezzato», sottolinea la delibera. Come dire: il futuro laboratorio unico sarà lì. Nel capoluogo, ma solo «nel breve termine», va mantenuto il presidio per i servizi di analisi dell’acqua, soprattutto marina. Nel contempo, «si dà mandato all’agenzia di proseguire nella ricerca di sedi diverse dalle attuali che permettano una maggiore economicità di gestione, valutando la possibilità di valorizzare il proprio patrimonio immobiliare da dismettere». Tutti pronti con le valige in mano, dunque, per una prossima ricollocazione in palazzi “non onerosi”.

Meno dirigenti «La futura organizzazione sarà orientata alla centralizzazione della responsabilità di funzioni e conseguente ridimensionamento degli incarichi dirigenziali», si legge nel documento dell’esecutivo, visto che «vengono individuati centri di responsabilità su base regionale che superano l’attuale assetto rigidamente ancorato alla dimensione provinciale, dove oggi sono replicati equivalenti livelli di responsabilità e attività». Detta in altri termini, parte la sfoltita al management. Figure, modalità e tempistiche sono ancora tutte ancora da stabilire.

Personale, consulenze e auto Spending review pure su costi del personale, spese per le missioni, attività di formazione, convegni, studi e incarichi di consulenza. Nel vortice finiscono anche le automobili: «L’Arpa – spiega la giunta nel documento – dovrà continuare nelle politiche di razionalizzazione del proprio parco automezzi, nei limiti in cui venga mantenuta l’operatività sul territorio regionale». Alla voce “personale” viene dedicato un paragrafo specifico perché il piano assunzioni per il 2015 ha un indirizzo chiaro: limitare i costi, da perseguire di pari passo «all’accorpamento delle funzioni di laboratorio» anche con un «contenimento del turnover». «Non è previsto il blocco – chiarisce Marchesi – ma una gestione oculata della spesa». Il tetto dei dipendenti è comunque stato fissato a 356 (oggi gli effettivi sono 343), ma la Regione consente innesti per progetti finanziati da risorse extra regionali.

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