Dai concerti agli spettacoli: in Fvg riparte la spesa per lo svago

Il report statistico della Regione fotografa la ripresa della voglia di divertimento. Cresce la soddisfazione economica delle famiglie. Imbattuto il primato di lettori
Giovani in un palazzetto per assistere a un concerto rock
Giovani in un palazzetto per assistere a un concerto rock

TRIESTE. Una regione contenta di sé, il Friuli Venezia Giulia, dove la soddisfazione per il proprio tenore di vita, nonostante la crisi, si affianca alla ripresa dell’intrattenimento culturale. Un trend di facile spiegazione nel territorio italiano che conta il maggior numero di lettori. È il 44,3% degli abitanti del Fvg sopra i 14 anni ad aver dato un voto fra l’8 e il 10 alle proprie condizioni di vita, con un +1,3% rispetto al 2014. Il 62,1% delle famiglie, inoltre, ritengono buona o adeguata la propria situazione economica, con un +1,2%. Una cifra che non può far dimenticare il 7,9% dei nuclei in condizioni di povertà relativa, contro il 10,3% italiano. Fra le cattive notizie, si registrano anche il 19,5% di fumatori, il 10,2% di obesi e il 19% di consumatori di alcol considerati a rischio.

La percezione del proprio status migliora dunque un po’ in confronto al 2014, quando era comunque già tornata a salire la quota dei visitatori locali di musei e mostre: il 37,5% della popolazione da sei anni e più. Un dato che per la verità sembra basso, ma che è pur sempre il secondo in Italia. Crescono inoltre i frequentatori di concerti e teatri, rispettivamente il 31,3% e il 21,8%, in entrambi i casi terzo miglior dato italiano. E aumentano gli spettatori al cinema: il 47,5% dei corregionali. Livelli che si accompagnano a quelli ormai noti, che fanno degli abitanti del Fvg i primi lettori nazionali, con il 53,6% delle persone sopra i 6 anni ad aver letto almeno un libro nel 2014: l’Italia si arresta al 41,1%. Il 65,1% ascolta la radio e il 64,3% legge i quotidiani, percentuali seconde soltanto a quelle del Trentino Alto Adige. Si tratta d’altronde di una popolazione al passo, se si considera che il 68% delle famiglie è in possesso di collegamento internet veloce e il 46% dei cittadini dispone di connessione attraverso lo smartphone. Il 41,1% usa la rete quotidianamente e la percentuale sale al 60,4 fra chi è in grado di utilizzare un pc. Che il web sia imprescindibile negli affari, emerge dal 97,6% delle imprese dotate di banda larga, dato che pone il Fvg al terzo posto nel paese.

Il Friuli Venezia Giulia “divoratore” di libri
Una biblioteca

Sono questi alcuni numeri del rapporto “Regione in cifre”, 360 pagine che fotografano lo stato di salute del Fvg. Debora Serracchiani sottolinea che «la conoscenza della realtà è necessaria per deliberare in modo consapevole. I dati sono nel solco dei segnali positivi emersi negli ultimi mesi in ambito economico. Inoltre, si conferma la grande vitalità dei cittadini del Fvg, protagonisti attraverso attività sociali, culturali e di volontariato».

L’associazionismo vede il 18,5% degli abitanti sopra i 14 anni contribuire finanziariamente all’attività di sodalizi di ogni genere e il 13,5% partecipare alla loro vita sociale. Sono inoltre 50.526 i donatori di sangue, il 4% del totale. Il livello di civiltà è rafforzato dall’indicatore dei rifiuti raccolti in maniera differenziata: il 63%.

Sul versante dell’economia, il Pil 2014 del Fvg è stimato in 36 miliardi, con un +0,8% in controtendenza col -0,4% italiano. Il dato cresce nel 2015 (+0.9%) e la previsione per il 2016 è del +1,3%. L’economia migliora anche grazie al turismo, con un +3,9% delle presenze, che in due casi su tre si concentrano a Lignano e Grado. Trieste, con 720 mila presenze nel 2014, cresce dal 2006 di un +8% all’anno. Salgono i consumi, con 2.475 euro medi di spesa per famiglia nel 2014 e un aumento tendenziale nel 2015 di compravendite immobiliari (+15,2%), mutui (+29,7%) e immatricolazioni auto (+16,4%).

Il Fvg ha inoltre il terzo tasso di disoccupazione più basso d’Italia, dopo Trentino Alto Adige e Veneto, a conferma del ruolo giocato dal Nordest: il dato regionale 2014 è dell’8%. Nei primi otto mesi del 2015, il saldo fra assunzioni e cessazioni segna +5mila unità, valore simile al 2014. Secondo l’Osservatorio sul precariato Inps, le assunzioni a tempo indeterminato al terzo trimestre 2015 sono quasi raddoppiate, attestandosi a oltre 20mila nuovi contratti.

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