D’Agostino, il sesto forfait La giunta comunale di Trieste ha porte girevoli
La giunta comunale, la squadra di governo della città, si fa di regola con 10 assessori. E 10 per tradizione (oggi nelle categorie maggiori sono 12) è il numero di giocatori di un roster, la rosa di una squadra di basket. In campo poi ci vanno in 5, il cosiddetto quintetto-base. E in effetti 5 soltanto - in appena due anni, un mese e 25 giorni dalla nascita di questo governo cittadino - sono gli assessori rimasti in carica da allora: il vicesindaco Fabiana Martini, il prof. Umberto Laureni (ambiente), la plenipotenziaria Elena Marchigiani (urbanistica e traffico), le fedelissime Antonella Grim (educazione) e Laura Famulari (welfare). Roberto Cosolini, benché innamorato pazzo della pallacanestro, di una metafora da coach, stavolta, farebbe volentieri a meno. Già perché la sua squadra comincia ad assumere i connotati di una giunta dalla porta girevole. Con l’uscita di scena di Bruno D’Agostino (che ha fatto trovare sulla scrivania del sindaco la lettera di dimissioni da delegato allo sport e al personale, impegno assunto il 25 marzo scorso), gli assessori decaduti in poco più di un biennio, o perché si sono chiamati fuori spontaneamente o perché rimossi d’imperio da Cosolini, diventano sei. Addirittura più di quelli rimasti (5 per l’appunto) e di quelli in campo da partita in corso. Che sono 4: i responsabili di lavori pubblici, bilancio, economia e cultura Andrea Dapretto, Matteo Montesano, Edi Kraus e Franco Miracco.
Prima di D’Agostino, infatti, avevano mollato la giunta dapprima il compianto Andrea Mariani (assessore alla cultura fino a marzo 2012, morto improvvisamente un anno dopo), eppoi nell’ultima primavera i titolari originari di bilancio, economia, commercio e sport Maurizio Consoli, Fabio Omero, Elena Pellaschiar e Emiliano Edera, quest’ultimo sostituito proprio da D’Agostino. «Seri motivi personali», ribadisce il Comune in una nota. I dietro le quinte tendono ad escludere i sempre temuti, in questi casi, motivi di salute. E propendono per una presa di coscienza, da parte dell’ex alto funzionario di polizia, di non riuscire a dedicarsi “h 24”, in ragione anche dei suoi impegni familiari, ai compiti assegnatigli dal sindaco e che lui, e non è un dettaglio, ha svolto per quattro mesi abbondanti rinunciando alla “paghetta” da assessore. Radio Cheba non dà tanto credito neanche alle malizie che davano Cosolini e D’Agostino ai ferri corti. È un fatto che dal 15 al 30 luglio si siano svolte sette sedute di giunta - come si può vedere consultando l’albo pretorio on-line - e che a queste l’ormai ex assessore a personale e sport non sia mai stato presente. Come non è stato presente alle recentissime, e delicate, sessioni di bilancio in Consiglio comunale. Le dimissioni di D’Agostino erano già nell’aria, ma per non esasperarla quest’aria, proprio sotto bilancio, nell’entourage del sindaco non è stata fatta muovere foglia. «Motivi familiari mi terranno spesso lontano da qui, non era corretto continuare», ha fatto sapere in serata telefonicamente lo stesso D’Agostino.
@PierRaub
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