Dagli stipendi alle auto blu “fumata nera” a Palazzo sui tagli

TRIESTE. Qualcuno l’aveva pur detto: il tavolo tecnico politico non serve a niente e farà solo perdere tempo. È stato Paolo Ciani del gruppo Misto, l’altro giorno in conferenza stampa, a mettere le mani avanti. Subito bollato dai colleghi consiglieri come il corvo del malaugurio di turno, Ciani ora si prende la sua rivincita: «Avete visto, si sono parlati due ore di fila per non concludere alcunché». In effetti il faccia a faccia di ieri delude le aspettative: qualsiasi decisione è rinviata al 4 ottobre. Eppure la riunione è riuscita a mettere insieme i capigruppo, il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz, i due vicepresidenti Anna Maria Menosso e Maurizio Salvador, il presidente della quinta commissione Roberto Marin e, per la giunta, l’assessore Sandra Savino.
Mancava però Renzo Tondo, a San Pietroburgo per un’inaugurazione. Circostanza che non è passata inosservata vista l’attesa che si è creata attorno al suo intervento annunciato per la prossima seduta d’aula, proprio sulla questione in agenda. Nella presa di posizione del presidente della Regione alcuni avevano letto una fuga in avanti dal sapore squisitamente elettorale. E ora Gianfranco Moretton non si fa scappare l’occasione per polemizzare: «Il governatore ha fatto male a non esserci, volevamo sentire la sua opinione, speriamo che la prossima volta non abbia altri impegni più importanti» bacchetta il capogruppo del Pd che, giocando d’anticipo su Tondo, era riuscito a ottenere il tavolo. Ma veniamo all’altrettanto attesa riunione di ieri. Si dovevano fissare le priorità su cui puntare per cominciare a dare una bella sforbiciata ai costi della politica. I convenuti avevano l’imbarazzo della scelta: riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori esterni, indennità, vitalizi, auto di rappresentanza, calo dei compensi alle partecipate. Ma niente. I consiglieri hanno voluto prendersi altro tempo, rimandando al 4 ottobre (la prima data utile dopo la sessione del Consiglio) ogni scelta su come muoversi. «Ci sono 14 proposte di legge che abbiamo dovuto analizzare a fondo – chiarisce Franz – perché le questioni in ballo seguono iter diversi, come la diminuzione del numero dei consiglieri che necessita di un doppio passaggio in Parlamento, e perché si intrecciano con le indicazioni che giungono dalla manovra del governo». L’obiettivo, comunque, è segnato sul calendario: «L’intenzione è stringere i tempi – assicura il presidente – e portare in aula le proposte di legge entro l’anno».
Il 4 ottobre, dunque, se ne riparla, «nel frattempo – fa sapere Franz – valuteremo l’impatto della manovra nazionale sui tagli ai costi della politica locale». «In questo modo daremo indicazioni a procedere in commissione, forse costituendo un comitato ristretto» aggiunge il presidente, per poi assicurare: «Ho avvertito un senso di grande responsabilità tra i capigruppo, ce la faremo». Una linea che Moretton si sente di sposare: «Il mio giudizio è positivo, era necessario affrontare insieme i contenuti dei vari provvedimenti». «Condivido – rilancia il capogruppo del Pdl Daniele Galasso – abbiamo iniziato la valutazione e ci siamo resi conto che alcune norme hanno problemi di interpretazione con la manovra, quindi abbiamo incaricato i nostri uffici ad approfondire». La Lega nord però si smarca: «Nulla da obiettare sulla necessità di esaminare i provvedimenti per riuscire a stabilire finalmente un percorso condiviso dai vari gruppi, tuttavia – fa notare il capogruppo Danilo Narduzzi – si poteva partire immediatamente almeno con la riduzione della auto blu, il taglio al numero e alle indennità dei consiglieri di amministrazione delle partecipate e la riduzione degli assessori esterni». Se il Carroccio scuote il capo, l’Italia dei valori, in genere piuttosto battagliera su questi argomenti, è ottimista: «Non possiamo assolutamente negare che il tavolo ha dato segnali positivi, i passi avanti sono evidenti. Pensiamo solo che argomenti di questo tipo, come indennità, vitalizi e altri privilegi, prima si scontravano contro un muro impenetrabile mentre ora c’è disponibilità a intervenire».
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