Dagli incendi all’alta marea. Nel 2019 vigili del fuoco di Trieste in azione già 6.200 volte
TRIESTE Sono stati ben 6.200 gli interventi effettuati nel corso del 2019 dai vigili del fuoco di Trieste. Un numero rilevante e significativo, anche perché è contraddistinto da operazioni molto diverse fra loro: in 592 occasioni i pompieri hanno domato incendi di varia natura, otto volte sono stati chiamati per delle esplosioni, in 288 casi per degli incidenti stradali, in 553 per dei dissesti statici, in 568 per degli allagamenti, in 848 per soccorrere dei cittadini e in 215 per delle fughe gas, senza dimenticare poi i salvataggi di animali, le ricerche di persone, le bonifiche da insetti, le aperture di porte e lo sblocco di ascensori.
L’occasione per fare il bilancio dei primi 11 mesi dell’anno è stata la festa di Santa Barbara, patrona del corpo, che si celebra il 4 dicembre. A tracciarlo è stato il comandante dei vigili del fuoco di Trieste Mauro Luongo, che ha voluto evidenziare anche la suddivisione degli interventi per sede di servizio: «Circa 4.700 hanno visto coinvolta la centrale di via D’Alviano, 720 il distaccamento di Opicina, 570 quello di Muggia e 165 quello di Porto vecchio, con 118 operazioni effettuate dal Nucleo sommozzatori di stanza proprio al distaccamento portuale». Lo stesso Luongo ha poi ricordato che «le operazioni più complesse sono state quelle in cui si sono domati due incendi, uno in un’abitazione di piazzale Giarizzole, a febbraio, e l’altro in via Crispi, a luglio. Impegnativi sono stati anche i più recenti interventi per domare incendi in viale Miramare e in via Boito, quest’ultimo con un’esplosione».
Luongo ha quindi citato «gli interventi effettuati quando sono crollati i tetti della piscina terapeutica, a luglio, e la piattaforma al bagno Ausonia, ad agosto». Su strada, le operazioni più difficili sono state svolte in occasione di alcuni incidenti che hanno visto coinvolti mezzi per il trasporto di liquidi infiammabili, per i quali si è reso necessario il travaso prima della rimozione dei mezzi stessi. Sono state 890 infine le pratiche di prevenzione incendi.
La mattinata è iniziata con l’alzabandiera, seguito dalla deposizione delle corone al cippo che ricorda i pompieri caduti da parte dello stesso Luongo, accompagnato da una folta delegazione della Sezione di Trieste dell’Associazione nazionale dei Vigili del fuoco.
La messa è stata poi officiata dal vescovo Giampaolo Crepaldi e dal cappellano del Comando don Fabio. Crepaldi ha parlato della «necessità di rinnovare il senso di responsabilità civile e sociale di tutti, per evitare che si ripetano drammatiche situazioni di disordine, come quella che ha visto morire tre pompieri in provincia di Alessandria».
Infine il comandante ha consegnato le Croci di Anzianità e al Merito.—
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