Dagli aiuti alla ricerca ai pasti per i poveri: i mille modi per essere più buoni a Natale

C’è chi dona denaro agli Amici del cuore, chi compra i panettoni solidali di San Martino al Campo. Viaggio nella generosità tra mercati e collette
Udine 26 Dicembre 2017 Nonno Natale © Bressanutti - ag. Petrussi
Udine 26 Dicembre 2017 Nonno Natale © Bressanutti - ag. Petrussi

TRIESTE A Natale siamo tutti più buoni, recitano spot televisivi e jingle radiofonici che pubblicizzano panettoni, giocattoli e profumi. Ma è proprio vero? Chi dedica tutto l’anno parte del proprio tempo e del proprio impegno ad aiutare gli altri, animando una delle tante realtà triestine attive nel mondo del volontariato, avverte davvero in queste giornate che precedono le feste una vicinanza maggiore, fatta anche di gesti di solidarietà e generosità concreta? A sentire i diretti interessati, pare proprio di sì.

«La percezione è che questo sia il periodo dell’anno nel quale si sente di più la necessità e il desiderio di essere vicini alle istituzioni sanitarie, specie quando sono apprezzate - osserva Gianfranco Sinagra, membro del Comitato scientifico de Gli Amici del cuore, associazione che in città fornisce supporto ai servizi di cardiologia, a cui i triestini sono molto legati -. Non c’è dubbio che la crisi che registriamo tenda a ripercuotersi sui modi con i quali la gente manifesta il desiderio di donare e, a ruota, sulla consistenza delle donazioni economiche. Io personalmente registro negli occhi, negli sguardi e nelle parole delle persone la gratitudine e il desiderio di fare più di quanto l’economia non consenta in questo momento».

Negli ultimi cinque anni, infatti, si è registrato un calo degli strumenti. «Trieste non smette di esserci vicina - continua Sinagra - posso dire che è molto positivo che la gente apprezzi le iniziative a sostegno delle dotazioni tecnologiche e dell’incremento delle opportunità di formazione e professionalizzazione dei giovani». Un esempio per tutti: una famiglia di Trieste sta per donare, proprio in questi giorni, un supporto dedicato alla formazione di giovani cardiologi particolarmente meritevoli.

Per i Frati Cappuccini del Convento di Montuzza è ancora presto per parlare di atmosfera natalizia. «Al momento - raccontano - qualche benefattore ha portato dei generi alimentari, come panettoni. Qualcosa in più rispetto agli altri mesi, ma sostanzialmente si entra nel clima, come per gli altri anni, dall’Immacolata in poi. Ci stiamo avvicinando. Noi nel frattempo mandiamo gli auguri a chi ci aiuta e ci fa del bene e continueremo a farlo anche nei prossimi giorni».

Alfredo Sidari presidente di Azzurra, associazione malattie rare Onlus che offre aiuto a bambini con gravi patologie e alle loro famiglie, non nasconde un certo dispiacere. «C’è un po’ di amarezza perché, dopo tanti anni di attività, non riesco ad accettare che si pensi di poter aprire il cuore solo in dicembre. Stiamo facendo un po’ di fatica perché, anche se il nostro bilancio è solido, investiamo molto in tutto il territorio, per la ricerca e per le famiglie». L’associazione di recente ha partecipato a una cena di beneficenza. «Le persone ci sono vicine - prosegue Sidari -, qualcuno ha donato qualche euro, ma il problema è che anche loro sono in difficoltà economica, molto di più rispetto a un tempo», conclude Sidari.

Anche Daniela Luchetta, presidente della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin che si occupa di cure a bambini e adulti che provengono da contesti disagiati e di guerra, mette in luce sia la generosità sia anche qualche nota stonata. «Per noi il giorno di San Nicolò è un punto fermo e una grande manifestazione di affetto - dice -. Trieste continua a sostenerci e anche in questo periodo i contributi non mancano. Tuttavia c’è anche dell’altro. In un momento in cui tutto è esasperato trovo molte persone che mi esprimono solidarietà, ma allo stesso tempo mi arrivano voci di chi prova fastidio perché la Fondazione ospita, oltre ai bambini, anche i profughi; oppure perché il centro di raccolta si occupa anche di altre persone in difficoltà».

La Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, infatti, partecipa al progetto Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) assieme a ICS, Consorzio italiano di solidarietà di Trieste. «Mi rendo conto che la società in questo momento è come spaccata. C’è chi ci sostiene ancora di più e chi forse vorrebbe vederci scomparire - aggiunge -. Pochi ricordano che Gesù era un bambino, nato in una grotta, che non trovava accoglienza quando sua mamma doveva partorire. I principi su cui si basa il Cristianesimo sono universali. Credo che non applicare la fratellanza al Natale significhi svuotarlo di significato, riducendolo ad una festa del consumismo». Un pericolo, quest’ultimo, da combattere coinvolgendo ancora di più le persone e avvicinandole attraverso iniziative benefiche studiate proprio per sostenere le attività promosse del resto dell’anno. Una strada seguita da tempo da un’altra delle realtà assistenziali a cui i triestini sono particolarmente affezionati, l’associazione Goffredo de Banfield, che nei giorni scorsi ha organizzato un ricco mercatino di beneficenza nell’atrio della Camera di commercio. Giovanna Pacco, direttrice dell’associazione di cui Emilio Terpin è presidente, racconta cosa avviene nelle strutture che si dedicano al sostegno e all’ascolto delle persone sole e in là con gli anni.

«In questi giorni siamo concentrati sul tentativo di migliorare il clima ovvero su storie di anziani a cui è possibile regalare un lieto fine. Stiamo lavorando sulla sensibilizzazione dei ragazzi, anche giovanissimi. Cerchiamo di riunire le forze e far sì che per chi ha la vita difficile sia un po’ Natale anche il resto dell’anno!». La Comunità di Sant’Egidio, invece, parteciperà sabato 15 dicembre al mercatino di Natale in piazza Ponterosso. «È possibile fare un'offerta per il pranzo di Natale con i poveri alla Stazione Marittima o offrirsi come volontario», racconta Emanuela Pascucci, una delle referenti. La Comunità di San Martino al Campo, assieme a Coop. Alleanza 3.0, propone poi “Un panettone per l'accoglienza”. «L’idea è quella di unire il dolce natalizio alla solidarietà - dice Francesca Parisi, responsabile del progetto - con un’offerta minima di 10 euro si potranno donare un pasto caldo e una notte nel Dormitorio». Anche Don Kisciotte, associazione che a Trieste offre cure mediche gratuite a chi non se le può permettere, sarà ben visibile in città: «Incarteremo i regali alla libreria Feltrinelli e allestiremo una mostra fotografica», racconta Stefano Bardari, medico e presidente.

Le parrocchie della città, durante le settimane dell’Avvento, organizzano delle collette il cui ricavato viene storicamente donato alla Caritas. Diverse, poi, sono le attività solidali programmate nei singoli rioni. A Valmaura, ad esempio, è stata organizzata una pizza con i giovani del quartiere. «Un momento di aggregazione importante - dice don Alessandro Cucuzza della Parrocchia Beata Vergine Addolorata - soprattutto per i nostri ragazzi che, dopo la Cresima, continuano con noi il loro cammino». Tra le diverse iniziative religiose, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno organizza, per il primo pomeriggio del 22 dicembre, un concerto natalizio di beneficenza in favore della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin. La compagnia teatrale Ex Allievi del Toti martedì 11 prossimo alle 20.30 porterà in scena lo spettacolo “Ora no, tesoro!” al Teatro Rossetti. Il ricavato verrà destinato all'acquisto di apparecchiature mediche per il Reparto di Oncologia dell’Ospedale Maggiore. La Pro Senectute, azienda pubblica di servizi alla persona, ha previsto un evento che coinvolgerà un centinaio di persone il 20 dicembre. «Organizziamo ogni anno, da 40 anni, il tradizionale pranzo “Aggiungi un posto a tavola” - spiega la presidente Deborah Marizza - È rivolto alla cittadinanza di Trieste, a fondazioni, soggetti privati e singoli cittadini che desiderano offrire un pranzo a un anziano solo e bisognoso».

 

Come dedurre dalle tasse offerte ed elargizioni  

Le somme elargite, a Natale come nel resto dell’anno, a realtà che si occupano di fare del bene agli altri, possono essere dedotti dalle tasse. Il meccanismo è semplice. Le erogazioni liberali sono offerte che i contribuenti possono rivolgere a onlus, associazioni, scuole, università o istituti religiosi per favorire la prosecuzione delle attività promosse. In base al decreto legislativo n.117 del luglio 2017, «dall'imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si detrae un importo pari al 30 per cento degli oneri sostenuti dal contribuente per le erogazioni liberali in denaro o in natura a favore degli enti del Terzo settore per un importo complessivo non superiore a 30.000 euro». L'importo sale al 35% se la donazione va a favore di organizzazioni di volontariato. Per le aziende, o in alternativa per le persone fisiche, le spese «sono deducibili dal reddito complessivo netto del soggetto erogatore nel limite del 10 per cento del reddito complessivo dichiarato». Se la deduzione è superiore al reddito complessivo netto, l’eccedenza può essere rimandata fino al quarto periodo d’imposta successivo.

L’impegno di Generali per bimbi da 0 a 6 anni

Anche Generali è al fianco di chi è in difficoltà. In questo periodo sono state promosse raccolte fondi e mercatini solidali il cui ricavato andrà al progetto “Ora di Futuro” per l’apertura di nuovi centri a supporto alle famiglie in difficoltà con bimbi fino a 6 anni. Il progetto, che punta a insegnare a fare scelte responsabili su temi come rispetto dell’ambiente, salute, benessere e risparmio, intende anche a coinvolgere le scuole, che possono iscriversi fino al 20 dicembre (www.oradifuturo.it o 06 21118426).

 

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