Dafoe sarà Pasolini per Abel Ferrara

Il regista del “Cattivo tenente” gira un film sulla vita dello scrittore friulano

ROMA. L’onda lunga della poesia e del genio di Pier Paolo Pasolini ha colpito anche oltre oceano e così il regista de “Il cattivo tenente” ha pensato bene di fare un film su lui scegliendo come protagonista un suo attore feticcio come Willem Dafoe. Ferrara si aggiunge così al lungo elenco dei registi che hanno dedicato al giornalista, poeta, scrittore e regista friulano una loro opera per cercare di fermare con immagini e parole la sua creatività. Si va da Marco Tullio Giordana a Bernardo Bertolucci passando per Roberta Torre.

Intanto il progetto di Abel Ferrara. Ovvero quello di portare al cinema la vita dell’artista, poeta, scrittore e regista che fu ucciso il 2 novembre del 1975. Il film racconterà gli ultimi giorni di vita di Pasolini. Sarà una produzione europea che avrà come protagonisti la belga Wallimage, la francese Capricci Films e l’italiana Urania Pictures. Le riprese partiranno quando Ferrara finirà il suo Welcome to New York, film basato sullo scandalo sessuale di Dominique Strauss-Kahn, il politico francese accusato nel 2011 di tentata violenza ai danni della cameriera di un albergo.

Ma la filmografia dedicata al poeta di Casarsa risale al 1995, quando 1995 Marco Tullio Giordana dirige il “Pasolini, un delitto italiano”, presentato in concorso alla 52.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il docu-film ricostruisce nei particolari il processo contro Pino Pelosi, accusato dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Tra gli attori, allora non ancora famosi, Giulio Scarpati, Marazzita e Adriana Asti. “Pasolini prossimo nostro” di Giuseppe Bertolucci (2006), invece, mette insieme filmati, foto e un’inedita intervista per raccontare uno dei film più problematici del regista: “Salò, o le 120 giornate di Sodoma”, terminato nel 1975 proprio quando Pasolini fu assassinato all’Idroscalo. L’intervista firmata da Giuseppe Bertolucci mostra un inedito regista che parla, di volta in volta, del suo film, del concetto d’autore, della fiducia mal riposta nella fede e di un mondo ormai ammantato dal consumismo più sfrenato. Ancora un docu-film nel 2009 per “La notte quando è morto Pasolini” firmato da Roberta Torre. Si tratta questa volta ancora di un’intervista esclusiva, ma a Pino Pelosi, unico indagato per l’omicidio di Pasolini. Trent’anni dopo Pelosi cambia versione e accusa tre sconosciuti. “Qui finisce l’Italia”, infine, è un documentario del 2010 diretto dal regista belga Gilles Coton e che prende spunto dal reportage “La lunga strada di sabbia” di Pier Paolo Pasolini, scritto nel 1959.

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