Dafoe sarà Pasolini in un film di Abel Ferrara
TRIESTE. L’incontro artistico tra Pier Paolo Pasolini e Abel Ferrara sembrava scritto nel destino, oltre che annunciato più volte dal regista statunitense. Entrambi personaggi “maledetti”, entrambi attratti da temi quali la violenza urbana, il male, la colpa e la salvazione, non si sono mai conosciuti, ma appartengono per naturale vocazione alla medesima sfera autoriale.
Così non sorprende più di tanto, anche se fa molto rumore, la notizia ora diffusa dal canale franco-tedesco Arte, cofinanziatore del progetto: Abel Ferrara inizierà a giugno le riprese di “Pasolini”, sugli ultimi giorni di vita del grande intellettuale friulano. Un desiderio che Ferrara covava fin dai tempi di “King of New York” (1991), quello di raccontare la fine di «un anarchico, uno spirito libero», del quale aveva sempre ammirato «la libertà, il coraggio e l'indipendenza».
«Sarà una specie di “Rashomon” incontra “All That Jazz”», diceva Ferrara nel 2011, intervistato dalla rivista Usa “Filmmaker”: «Non so chi sia stato a ucciderlo, ma di certo si è trattato di un'esecuzione. Il film conterrà varie ipotesi: l'omicidio politico, l'ipotesi dell'assassinio da parte del ragazzo di vita, la versione del duro che gioca con il fuoco e si brucia».
Nei panni di Pasolini dovrebbe esserci Willem Dafoe, l’attore già diretto da Ferrara in “Go Go Tales” e in “4:44 Last Day on Earth”. Ferrara si era già sbilanciato per avere un protagonista italiano che parlasse correttamente la nostra lingua. Ma la scelta di Dafoe sembra comunque un buon compromesso, visto che l'attore - oltre che dotato di una decisa somiglianza con il poeta di Casarsa - è sposato da anni con la regista Giada Colagrande, ed è probabilmente in grado di recitare in italiano.
Nel frattempo, dopo New York sbarca a Londra una grande rassegna dedicata a Pasolini. A 38 anni dalla morte del poeta - che proprio in questi giorni avrebbe compiuto 91 anni - il British Film Institute di Londra dedica al "gigante europeo del cinema" una retrospettiva che analizza la sua poetica cinematografica e la sua prospettiva provocatoria, che resta estremamente moderna e attuale.
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