Da via del Veltro a Campi Elisi la mappa delle “palestre” per Fido

Il taglio del nastro della prima area di sgambamento riservata ai cani risale al 2017. Oggi gli spazi in cui i quattrozampe possono divertirsi senza guinzaglio e museruola sono diventati già sei. Nel dettaglio le porzioni di verde riservate, sicure e protette, dove comunque rimane l’obbligo per il proprietario di raccogliere le deiezioni e riparare eventuali danni, sono state ricavate nel giardino di via Montecchi, in quello di via del Veltro, di via Boccaccio, nela giardino della Mandria a Opicina, nell’area verde di viale Campi Elisi e in quella di via San Marco. Diversa invece la norma che riguarda l'accesso ai giardini pubblici, dove i cani possono entrare ma solo se tenuti al guinzaglio. La polizia locale ha comminato diverse multe a proprietari di cani che non rispettano queste regole.
Ma la domanda di spazi dedicati è tutt’altro che soddisfatta. Al Comune giungono costantemente richieste di trasformazione di altre porzioni di verde in aree di sgambamento. Il pressing è particolarmente forte da parte degli habituè di villa Engelmann. Lì esiste una striscia di giardino, ben distinta dal resto della parco e tendenzialmente non frequenta da chi passeggia in quel polmone verde, che con facilità potrebbe venire recitata e attrezzata. Ipotesi, fanno sapere dal Comune, in fase di studio. Del resto l’elevato numero di cani in città impone al Municipio di adottare iniziative a loro favore. Una scelta che esige però vengano adottate regole di buona educazione e di buon senso da parte dei proprietari. Ad esempio: se un cane è aggressivo e tende a morsicare non va lasciato libero in un’area di sgambamento, così come non si deve portare in queste aree una cagna in calore.
L’area cani non è un parcheggio: il proprietario dell’animale lo deve continuamente tenere d’occhio. È bene inoltre non introdurre in queste aree cuccioli e cani che non abbiano terminato il loro ciclo vaccinale. —
L.T.
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