Da Trieste sfida al decimo grado in Madagascar

Una spedizione dell’Alpina delle Giulie supera la via “Mai più così”, incompiuta da 17 anni, sulla parete del monte Tsaranoro
Andrea Polo impegnato in un passaggio estremo sulla via "Never the same" in Madagascar
Andrea Polo impegnato in un passaggio estremo sulla via "Never the same" in Madagascar

TRIESTE “Mai più così”. Sfida alla verticale per un team di alpinisti triestini del Cai Alpina delle Giulie, appena tornati dal Madagascar, dove hanno salito la vertiginosa parete del monte Tsaranoro, 700 metri di puro granito verticale. L' obiettivo del team - Andrea Polo, Gabriele "Sbisighin" Gorobey, Carlo Giuliberti (forte arrampicatore torinese di origine ma ormai triestino nello spirito), e la partecipazione di Marco Sterni -, era la salita di una via, chiamata appunto "Never the Same" (Mai più così).

Questo itinerario fu il primo aperto sulla parete dello Tsaranoro Atzimo nel 1998, dal team composto proprio da Marco Sterni e altri due fuoriclasse dell’arrampicata, Rolando Larcher ed Eric Svab. La spedizione allora fu un successo, i tre riuscirono ad aprire i 670 metri di via che solcano tratti di parete al limite del possibile, lasciando una firma indelebile in Madagascar. Ma qualcosa rimaneva però "incompiuto". Per chi non masticasse troppo il linguaggio alpinistico, una via così lunga si sale un tratto alla volta , da un punto di sosta fino al successivo, un "tiro di corda" dopo l'altro, come si dice in gergo. Per poter dire di aver salito un tiro, lo scalatore deve percorrerne tutta la lunghezza in scalata "libera", cioè senza appendersi mai alla corda, progredendo solo ed esclusivamente con l'ausilio delle proprie forze, mani e piedi su appigli e appoggi, senza usare i chiodi e la corda come mezzo di progressione, ma solo come sicurezza in caso di una eventuale caduta. A circa 300 metri sulla parete, dove il muro si fa decisamente più aggettante, il gruppo trovò il tratto più difficile. Marco fu vicinissimo a scalarlo, ma alla fine venne respinto, complice la stanchezza di tante giornate appesi su quella parete. Valutarono questo tratto con un grado stimato intorno all'8a+ su scala francese, in scala Uiaa X-/X; per loro il tempo era finito e tornarono a casa con in tasca comunque con un grandissimo risultato.

«Per Marco - racconta ora Gabriele Gorobey - però il desiderio di chiudere i conti con quel tratto duro, non si estinse, rimase lì; ma la vita, si sa, ha dinamiche complesse e anno dopo anno Marco ha ottenuto altri grandissimi risultati, aperto un sacco di altre vie in giro per il mondo, intrapreso altre spedizioni e altre avventure, ma il Madagascar e "Never the Same" sono rimasti nella sua testa».

E arriviamo al 2015. «La parete dello Tsaranoro - continua Gabriele - in questi anni è stata battuta da numerose spedizioni, sono nate tante nuove vie, ma "Never the Same", era ancora lì, con il suo ottavo, e più difficile "tiro" ancora insalito, nonostante alcuni tentativi di famosi freeclimber». Presto fatto si è creato un nuovo team, questa volta composto appunto da Andrea Polo, Gabriele Gorobey, Carlo Giuliberti, e ancora una volta Marco Sterni, questa volta da "spettatore". La spedizione è stata possibile grazie all'aiuto di diversi Sponsor: Alternativa Sport Trieste (Sistiana), E9 Clothes, Kong, palestra arrampicata sportiva Gravità Zero Trieste, Cai Società Alpina delle Giulie, Wild Climb, Scarpa e Explore Climbing. «Era una questione di principio - dice Gabriele Gorobey -, bisognava chiudere un cerchio aperto ormai 17 anni fa».

In un mese la spedizione è pronta, il 19 settembre lo sguardo di Marco, dalla base dello Tsaranoro Atsimo, si rialza nuovamente ad ammirare quella splendida parete indicando ai tre compagni di viaggio la stupenda linea di "Never the Same"! Dopo un paio di giorni di arrampicata Andrea, Carlo e “Sbisi” si trovano ad affrontare quel difficile ottavo "tiro" della via, riuscendo tutti e tre a salirlo. La gioia è immensa per tutti. Due giorni dopo Andrea Polo riesce anche nell'impresa di salire tutta la via in giornata da capocordata. «Così abbiamo chiuso il cerchio», dicono i climber. Nella settimana rimanente i tre arrampicatori sono riusciti anche a fare la prima ripetizione in libera di un’altra via, ancora più dura, aperta solo un mese prima dal famoso alpinista belga Sean Villanueva. La via in questione si chiama "Fire in the belly", 700 metri, grado massimo 8a+/8b. La via inizia a cento metri alla destra di "Never the Same" raggiungendo sempre la cima dello Tsaranoro Atzimo. In cinque giorni di sforzi, con un faticoso e spartano bivacco in parete, i tre si sono ritrovati nuovamente in cima. Rientrato in Italia, il team sta già progettando e sognando la prossima avventura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo