Da Trieste fino al Messico per ridisegnare il “look” di chiese, resort e musei

L’architetto Caterina Pregazzi vive dal 2016 a Puerto Villarta Lì sta per cambiare volto  alla canonica della parrocchia  di Nuestra Señora de Guadalupe
Caterina Pregazzi
Caterina Pregazzi

TRIESTE Sta curando in Messico, a Puerto Vallarta, la residenza dei parroci della Chiesa di Nuestra Señora de Guadalupe, la piú importante della città. Caterina Pregazzi, triestina, architetto, da 13 anni vive all’estero, dove ha collezionato progetti prestigiosi, l’ultimo dei quali prevede, oltre un edificio religioso multifunzionale, anche un ampliamento del vicino museo.

«Ho lasciato Trieste nel 2001, per la facoltà di architettura di Venezia. Durante l’ultimo anno di studi ho fatto un viaggio in Messico – racconta la triestina – e più tardi ho preso la decisione di realizzare lì una pratica professionale, a Città del Messico. Avevo avuto modo di conoscere anche le opere dell’architetto Alberto Kalach, considerato da molti tra i migliori architetti contemporanei al mondo. Quando mancavano pochi mesi alla laurea – prosegue l’architetto Pregazzi –, gli ho scritto una lettera a mano e gli ho spedito un book contenente i progetti che avevo ideato all’università. Con mia grande sorpresa, dopo solo pochi giorni, mi ha risposto chiedendomi di contattarlo. Sono rimasta a lavorare per lui, per quasi due anni. Poi sono rientrata in Italia per il dottorato in Urbanistica a Venezia, ma ho deciso poco dopo di ritornare in Messico».

Dal 2016 la triestina si è trasferita a Puerto Vallarta, sull’Oceano Pacifico, dove insegna anche all’ateneo locale, un impegno già avviato dal 2013 nel Paese, e dove ha portato a termine vari progetti nel campo dell’extralusso, ma non solo. «Attualmente sto realizzando la residenza dei parroci della Chiesa di Nuestra Señora de Guadalupe, ovvero la Chiesa piú importante della città, il museo del Templo, oltre al masterplan di uno sviluppo residenziale ecologico di lusso a Punta Perula, dove stiamo per iniziare la costruzione di sette ville. La casa parrocchiale del Templo in particolare – spiega – è un edificio su tre livelli in pieno centro storico, lo inaugureremo a giugno. Comprende una caffetteria, una sala multiuso con presbiterio, una sala museale che conterrà la collezione di opere d’arte sacra, gli uffici e le residenze dei parroci, oltre ad una terrazza panoramica. La sfida del progetto – sottolinea – è stata quella di mantenere un linguaggio architettonico contemporaneo, in armonia con gli edifici storici del contesto. Sono stati tanti – aggiunge – gli architetti che si sono proposti. Quando ho presentato il mio concetto al parroco, al patronato e al vescovo, sono stati colpiti dal tipo di approccio. In futuro realizzerò anche l’ampliamento del museo, con un percorso ad hoc che attraverso la torretta sud della Chiesa porta sul tetto, dove attraverso una passerella sarà possibile ammirare opere artistiche di scultori contemporanei in cima alla torre principale».

Sentendo la mancanza di casa, la professionista triestina ha scelto una località che, in qualche modo, la fa sentire meno lontana. «Amo vivere a Puerto Vallarta – dice – perché sono particolarmente affascinata dalla selva tropicale, oltre al fatto che il clima è sempre caldo, l’estate è perenne e la trovo davvero molto simile a Trieste per diverse ragioni: il sole tramonta sul mare e c’è un eccellente qualità di vita. Proprio come nella mia città! ».–

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