Da Trieste alle isole Fiji per difendere gli squali

Studentessa di Scienze per l’Ambiente partecipa a un progetto internazionale finalizzato a tutelare una specie minacciata da inquinamento e pesca abusiva
Martina Lonati alle Fiji scherza con un altro volontario
Martina Lonati alle Fiji scherza con un altro volontario

Dall’Università di Trieste all’immensità dell’oceano per partecipare a un progetto internazionale di tutela degli squali del Pacifico.

È la splendida avventura che sta vivendo alle isole Fiji Martina Lonati, padovana d’origine, ma friulana d’adozione. Diciannove anni compiuti appena da qualche mese, una fresca maturità scientifica conseguita al liceo “Copernico” di Udine dove vive, Martina frequenta e il corso di laurea Stan, acronimo di Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura, all’ateneo triestino.

Da qualche settimana, però, ha lasciato l’Italia per lavorare come volontaria in uno dei progetti della Projects Abroad (www.projects-abroad.it), un’organizzazione no profit che lavora con volontari di tutte le età nei Paesi in via di sviluppo di tutto il mondo, aiutando le popolazioni locali. Cuore del progetto scelto da Martina è la ricerca scientifica e la tutela degli squali del Pacifico.

La sua attività si svolge nella zona di Pacific Harbour, sulla costa sud di Viti Levu, la principale isola dell’arcipelago delle Fiji. L’obiettivo è duplice: proteggere la popolazione degli squali, drasticamente decimata dall’inquinamento e dalla pesca abusiva, e accrescere a livello internazionale la consapevolezza della loro importanza per l’ecosistema marino e la sua salute. Lo stesso governo fijiano sostiene pienamente il lavoro di protezione degli squali.

Un volontario all'opera nei mari delle Fiji
Un volontario all'opera nei mari delle Fiji

«Il mio percorso di studi all’Università di Trieste è diretto verso la biologia marina e quindi – racconta entusiasta, dalle Fiji, Martina - ho deciso di vivere questa esperienza. Amo la natura e i viaggi. Mi sono detta: “Se non ora, quando?”. E mi sono buttata».

I volontari vivono assieme in una sorta di comunità e cooperano attivamente con affermati biologi marini. Il lavoro è il più vario: si passa dalle immersioni in zone densamente popolate dalla fauna ittica ai fini di monitorare la popolazione degli squali, censirla e proteggerla dall’inquinamento e dalla pesca abusiva, sino alle ricerche scientifiche e all’educazione della popolazione locale in modo che i villaggi possano diventare autonomi nella tutela della specie.

«Ci sono da sfatare molti falsi miti sugli squali: sono animali molto più intelligenti e affascinanti di quanto si possa immaginare. Sono un punto di equlibrio per tutto l’ecosistema marino. Qui, in alcune culture indigene, hanno addirittura una funzione sacra» spiega Martina. E aggiunge: «Sono considerati la reincarnazione di parenti defunti che traghettano le anime dei familiari in paradiso. L’uomo, come al solito, riesce invece a rovinare tutto, per incuria o per profitto».

Pochi giorni fa i volontari hanno ricevuto la visita del massimo responsabile del progetto di tutela degli squali del Wwf che si è complimentato per gli importanti risultati scientifici e di sensibilizzazione ottenuti. «Sono piccoli progressi, ma ogni passo compiuto è un passo avanti verso la guarigione e il salvataggio del sistema marino in tutto il mondo» aggiunge la studentessa.

Foto di gruppo dei volontari che difendono gli squali
Foto di gruppo dei volontari che difendono gli squali

Fare la biologa marina è sempre stato il sogno di Martina: «Lo è da quando avevo sei anni. L’elemento acqua mi ha sempre affascinato. Lo Stan di Trieste è la mia strada perché, rispetto a Biologia, si occupa molto più da vicino della zoologia e dell’ecologia dell’ambiente. Ma appena potrò – confida la diciannovenne - andrò a studiare all’estero perchè in Italia, purtroppo, non vedo un futuro brillante per la ricerca. Forse noi italiani siamo penalizzati anche all’estero. Siamo mediamente più indietro ai nostri coetanei europei. Ma magari, con la dedizione al lavoro che ho appreso dai friulani, riuscirò a coronare il mio sogno».

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