Da Trieste al Nevada le imprese hi-tech scaldano i motori per la vetrina del Ces
TRIESTE Una trentina, di cui tre del Friuli Venezia Giulia, le startup che finora si sono candidate per partecipare alla seconda missione italiana “Made in Italy, The Art of Technology” che ancora una volta parte dal capoluogo giuliano diretta al Consumer Electronics Show (Ces) di Las Vegas, il più importante salone internazionale dedicato a innovazione e tecnologia in programma dall’8 al 12 gennaio 2019 in Nevada. Startup, spin-off ma anche aziende già attive sul mercato e a forte contenuto innovativo - attive nei settori Mobility, Smart Transportation-Automotive, Industry 4.0, Biotech-MedTech, FashionTech, AgroTech-FoodTech - possono candidarsi fino al 5 novembre e saranno selezionate da Tilt, il digital hub nato due anni fa, proprio a margine del Ces, dalla consapevolezza dei suoi fondatori - Michele Balbi, presidente di TeoremaEngineering, e Stefano Casaleggi, direttore generale di Area Science Park - dell’assenza di una “Area Italia” alla più grande vetrina mondiale della tecnologia e dell’innovazione.
«L’obiettivo per il 2019, commenta Balbi, è trovare per tutte e tre le tipologie selezionate - startup, spin-off e infine aziende già attive e più strutturate - degli investitori offrendo la possibilità di aprirsi al mercato europeo e americano. Puntiamo inoltre a ottenere maggiore visibilità sulla stampa internazionale rispetto all’edizione precedente - conclude - e vorremmo la visita di una personalità istituzionale, visto che portiamo la bandiera dell’Italia».
Dichiara Casaleggi: «Abbiamo mantenuto gli elementi positivi dell’anno scorso: uno stand comune con l'Italian Trade Agency e la Regione Sardegna; l'Investor Night dedicata alla presentazione dei propri prodotti innovativi a potenziali investitori di alto livello, non solo dunque la partecipazione allo stand fieristico. La vera novità invece - prosegue Casaleggi - è la pluralità del criterio di selezione: abbiamo costruito due bandi di selezione, uno dedicato agli spin-off universitari e uno per startup e aziende già attive, in modo da presentare al mercato americano qualità e varietà di imprese che possono originarsi dal mondo universitario, direttamente dalla creatività degli inventori oppure attraverso delle reti che si creano nel Paese». L’iniziativa fin da subito ha raccolto l’adesione di partner istituzionali, accademici e del mondo privato, a partire dal patrocinio del ministero dello Sviluppo economico (Mise) e dalla collaborazione con l’Istituto del Commercio estero (Ice).
Prosegue intanto il percorso per la costituzione di Fondazione Tilt, organizzazione pubblico-privata dedicata a riconoscere e valorizzare l’innovazione digitale presente nel Paese e a tradurla in processi strutturali, organizzativi e produttivi. «C’è uno spazio enorme che in questo momento in Italia non è coperto: si tratta della necessità di fare coordinamento operativo e di raccordo; nel nostro Paese esistono molti incubatori, sia pubblici sia privati, distribuiti sul territorio ma per quanto bravi non riescono a generare il numero di startup adeguato in comparazione a Francia, Germania o agli altri Paesi del nord Europa». «Manca - conclude il direttore di Area Science Park - la capacità di lavorare insieme e di avere un coordinamento operativo, quindi la fondazione è lo strumento che possiamo proporre a incubatori, mondo della finanza, visionari e grandi innovatori in una sorta di executive circle, individuando delle linee guida comuni». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo