Da Servola ai diritti civili: Dipiazza divide Trieste
TRIESTE La governatrice Debora Serracchiani sul sindaco è telegrafica: «Questi primi cento giorni sono passati in un lampo e forse per questo a Dipiazza è scappato di mano qualche impegno preso. Ma lo rassicuro che per Trieste la Regione rimane un interlocutore istituzionale sempre attento».
«Cento giorni sono pochi per le valutazioni», afferma l’ex sindaco Roberto Cosolini che però fa alcune sottolineaure: «Fra le poche cose fatte, dei famosi dieci punti non c’è nulla che sia propedeutico alla chiusura del reparto a caldo della Ferriera. Ma non lo imputo a Dipiazza perché ho sempre saputo che non avrebbe potuto mantenere la promessa. Chi gli ha creduto, oggi si arrampica sugli specchi per giustificare la propria scelta elettorale. La sua maggioranza vede prevalere posizioni estreme che ci portano indietro sul piano dei diritti e dell'idea stessa di comunità: questa trazione leghista e integralista, che imbarazza alcuni anche nella coalizione, soddisferà forse una parte dei loro elettori ma li allontanerà sempre di più dalla maggioranza dei cittadini. Il sindaco su questi temi è assente, non so se per scelta o per altro».
«Mi auguro che Dipiazza cominci a programmare con maggiore ambizione il futuro della città - afferma il senatore Pd Francesco Russo - . Penso in particolare a Porto Vecchio e alla città metropolitana, temi sui quali sono pronto a dare una mano. E in secondo luogo al sindaco consiglio di dare meno spazio agli estremismi dei suoi alleati leghisti: ricercare il consenso a colpi di slogan prendendosela con chi è più in difficoltà non è accettabile».
Una bocciatura totale arriva da Paolo Menis capoguppo dei Cinquestelle in Consiglio comunale: «Sulla Ferriera, quanto fatto da Dipiazza è insufficiente. Fra i dieci punti promessi non si è vista l’ombra del programma per la chiusura dell’area a caldo e del piano di zonizzazione acustica. Non sono seguite azioni per attuare la nostra mozione approvata in Consiglio comunale che chiedeva l’emissione di un’ordinanza sindacale per ridurre la produzione. Poi il pasticcio delle unioni civili che comporterà anche l’esborso di denari per i ricorsi al Tar, l’idea balzana di armare una parte della polizia locale, l’assenza di una visione sul Porto vecchio se non l’assurdità di prevedere un po’ di residenzialità».
A sostegno del sindaco Massimiliano Fedriga, presidente dei deputati della Lega Nord che non usa mezzi termini: «I cento giorni di Dipiazza rappresentano una sterzata rispetto alla deriva immobilista della precedente giunta. Sul versante della sicurezza è lampante la differenza tra il lassismo della sinistra e l’attuale amministrazione: dallo sgombero delle vie dai posteggiatori abusivi al ripristino del controllo tramite videocamere, dall’apertura della caserma Beleno ai presidi costanti di Opicina e di viale XX settembre. Anche il decoro urbano ha registrato un nuovo passo con le sanzioni agli imbrattatori. Si sta anche lavorando insieme ai cittadini sulla questione Ferriera malgrado la Regione metta i bastoni tra le ruote contro gli interessi della gente come dimostra il suo diniego alla revisione dell’Aia».
«Abbiamo già rappresentato a Dipiazza le tematiche più impellenti per Trieste: portualità, riutilizzo del Porto Vecchio, futuro dell’area ex-Ezit con ricostruzione di un nuovo ente territoriale che possa seguire le bonifiche - commenta Sergio Razeto presidente Assindustria Trieste-Gorizia - abbiamo trovato ascolto e confidiamo che a breve si possano riattivare i vari tavoli già aperti per lo sviluppo economico–industriale. Solo in merito alla Ferriera abbiamo riscontrato posizioni più distanti».
Tutte rivolte al futuro le considerazioni del presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti: «Con Dipiazza in questi cento giorni abbiamo avviato innanzitutto il percorso che porterà alla realizzazione del Parco del mare e ottenuto ampia disponibilità da parte del Comune per la collaborazione sugli iter autorizzativi. Attenzione è stata anche posta rispetto alla necessità di spazi per quanto riguarda il mondo delle fiere specializzate organizzate da Aries, in particolare, di concerto con l’Autorita portuale, per quanto concerne i magazzini del Porto vecchio dove a breve si terrà Triestespresso Expo. La Camera di commercio segue in questo periodo anche gli sviluppi sulle localizzazioni dei mercati ittico e ortofrutticolo nell’interesse delle imprese».
In posizione più attendista i sindacati. «C’è stata una partenza ritardata - commenta Umberto Brusciano, segretario provinciale della Cisl - ma non vogliamo polemizzare anche perché mi pare che ci sia un discreto dialogo con le categorie del personale comunale essenziale anche per le particolarità del sistema triestino che si impernia anche sui servizi per l’infanzia e i ricreatori. Sul Porto vecchio temiamo sia ripartito con lo spezzatino, mentre manca ancora quella visione d’insieme indispensabile anche per rilanciare l’occupazione».
«Siamo certi che questo sindaco qualche idea ce l’abbia - aggiunge Michele Piga segretario provinciale Cgil - vorremmo però che le mettesse a confronto con le forze econonomiche e sociali della città, ma il Tavolo dell’economia non è stato ancora convocato. Vorremmo ad esempio sapere perché e da quando vorrebbe veder chiusa l’area a caldo della Ferriera e quali alternative ha a disposizione per l’occupazione. E inoltre se intende dar seguito alla discussione che avevamo avviato con Cosolini per ridurre la pressione fiscale a beneficio delle classi più povere».
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