Da Ronchi a Pisa fino a Bergamo, il fronte comune degli scali minori

Approda in Parlamento la mobilitazione per difendere gli aeroporti lasciati senza voli da Alitalia. Ventun senatori Pd hanno presentato un’interrogazione per far riattivare le rotte tagliate
Bonaventura Monfalcone-25.02.2016 Aereo Alitalia fermo dopo l'incidente-Aeroporto-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-25.02.2016 Aereo Alitalia fermo dopo l'incidente-Aeroporto-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

TRIESTE. Trieste Airport non è il solo tra li aeroporti “dimenticati” da Alitalia. Un gruppo di 21 senatori del Pd, con prima firma il capogruppo in commissione Trasporti Vincenzo D’Arienzo, cita, tra gli altri, anche Verona, Brindisi, Bergamo e Pisa in un’interrogazione ai ministri Paola De Micheli e Stefano Patuanelli per sollecitare la ripartenza a pieno ritmo degli scali “minori”, ma comunque strategici per i bacini di utenza serviti.

Quando a giugno, si legge nell'atto parlamentare, «considerate le numerose richieste dei gestori, la collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e la loro capacità infrastrutturale», è stata autorizzata l'operatività dei servizi, Alitalia non ha ripreso tutte le attività effettuate prima dell’emergenza. Non per esempio a Ronchi. Un’alleanza tra piccoli può dunque servire anche all’aeroporto regionale, che fino almeno al 31 agosto non avrà voli su Roma e Milano.

I senatori dem, tenuto conto delle difficoltà manifestate da più parti, domandano così ai due ministri «se intendano tempestivamente adottare provvedimenti per garantire l'operatività dei collegamenti aerei non più ripresi dopo l'epidemia e se, in vista del nuovo piano industriale che interessa la compagnia, ritengano di assicurare alcune tratte fuori dalle scelte di mercato, per garantire l'effettivo diritto alla mobilità».

Tra i 21 senatori dem c’è Tatjana Rojc, esponente della minoranza slovena, che assicura «coerenza e trasparenza» del gruppo a Palazzo Madama a tutela dei territori, ma interviene anche sulla questione aperta da Alitalia per motivare la mancata ripartenza dei voli: le diverse tariffe dei servizi aeroportuali applicate alla compagnia di bandiera rispetto alle low cost. «È certo opportuno chiarire se vi siano, se siano giustificate e a quanto ammontino eventuali differenze, evitando speculazioni politiche inopportune».

Un tema su cui intervengono anche i 5 Stelle. «Invece di fare sterili polemiche con il governo e Alitalia – dichiarano i deputati Sabrina De Carlo e Luca Sut annunciando un’interrogazione –, il presidente Fedriga e l’assessore Pizzimenti si chiedano se quanto sostiene la compagnia di bandiera sia vero e, in tal caso, rendano pubbliche le differenze di prezzo applicate». «Lamentarsi perché Alitalia prende già i soldi delle tasse degli italiani e quindi anche dei nostri corregionali e poi non dire nulla sul fatto che venga costretta a pagare tariffe maggiori rispetto ai concorrenti privati – aggiunge il gruppo consiliare grillino –, con conseguenti ripercussioni anche sui prezzi dei biglietti, evidenzia la superficialità con cui si tratta il tema dei trasporti in Fvg».

Ma il M5S se la prende pure con il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti, critico sui risultati portati a casa dal ministro Patuanelli sul caso Ronchi. «Siamo noi ad aspettarci di più da Agrusti, considerato il ruolo che ricopre – ribatte il gruppo –. Proponga qualche soluzione che stia in piedi; oppure, visto che conosce la situazione così bene da attendersi di più dal ministro, renda pubblico il prezzo passeggero garantito alle compagnie straniere e quello richiesto ad Alitalia». —

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