Da Romans a Merna sfidando la pioggia e i fulmini
ROMANS. La partenza è stata buona, perfettamente asciutta, poi, però, si è abbattuto un autentico nubifragio sui circa 40 temerari pellegrini, che da Romans hanno raggiunto a piedi il santuario della Scala Santa, sulla collina sopra Merna, nella vicina Slovenia. Il gruppo, infatti, ha lasciato Romans alle 7 del mattino con gli ombrelli ancora chiusi, dopo aver recitato come al solito la preghiera del pellegrino, prima di impegnarsi in questa iniziativa, che il Circolo Acli “Mario Fain” ed il gruppo di ricerca “I Scussons”, di Romans, assieme all'associazione “Iter Aquielense” di Mariano, ripropongono ogni anno Nella ricorrenza dell'Ascensione. Ombrelli chiusi, dunque, fin dopo le 9, quando hanno terminato la visita alla chiesetta di Santa Maria in Monte a Fogliano. Da lì in poi, però, sui pellegrini romanesi si sono aperte la cateratte del cielo, non appena si sono addentrati nei boschi sulle altezze carsiche, prive di ogni minimo riparo, tra torrenti d'acqua che scendevano a valle sotto i loro piedi e pozzanghere che inghiottivano anche gli scarponi più alti, mentre sopra le loro teste rimbombavano i tuoni che andavano a braccetto con i fulmini che zigzagando squarciavano in continuazione il cielo, tanto da far temere che qualche ingrata saetta potesse pure accarezzare la punta dei loro ombrelli. Il tutto è durato quasi 4 ore, fin verso le 13, quando i coraggiosi pellegrini, completamente fradici, sono giunti al santuario sloveno, dove si sono poi raccolti per un momento di meditazione, per recitare alcune preghiere ed ascoltare alcune considerazioni espresse da Renato Valentinuz, presidente delle Acli romanesi. Ha fatto seguito un momento conviviale.
Edo Calligaris
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