Da Roma 459 milioni per il bilancio del Fvg. Fedriga: «Non basta»

Ecco il riparto dei 2,5 miliardi fra Regioni a statuto speciale e Province autonome. Il governatore si aggancia al tema del patto finanziario: «Siamo i più penalizzati»
Il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga
Il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga

TRIESTE Ci sono 2,5 miliardi a disposizione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome per contenere i danni al bilancio causa Covid e al Friuli Venezia Giulia arrivano 459 milioni di euro. Ossigeno per le casse, di cui il Pd ringrazia il governo, ma «non sufficiente», avverte Massimiliano Fedriga, in una situazione in cui, in presenza di un calo delle entrate stimato in 700 milioni, lo Stato chiede alla Regione il rispetto dei patti finanziari che prevedono per il 2020 il versamento di 726 milioni (al netto degli investimenti che portano il delta a 670). L’accordo quadro tra governo e “speciali” c’è, il clima di collaborazione anche, ma il metodo di riparto è «inaccettabile», dice il governatore. Di qui la mancata condivisione sulle cifre che vedono il Fvg portare a casa 182,66 milioni del miliardo già disponibile a valere sul Dl “Rilancio” e 276,73 milioni del miliardo e mezzo di quota restante per le autonomie, da autorizzare con il primo provvedimento legislativo utile. Sono complessivamente 459 milioni.

Ma, secondo il governatore, al Fvg spetterebbero 111 milioni in più, e dunque una quota pari a 570 milioni, soldi che andrebbero scalati dai 726 del patto finanziario in vigore fino al 2021. Questione, appunto, di metodo. «Premesso che il fabbisogno calcolato dalle “speciali” per far fronte all’emergenza da pandemia era di 3,5 miliardi – spiega il presidente della Regione –, non si può non ripartire le risorse in proporzione a quanto riconosciamo allo Stato per il risanamento dei conti pubblici». Il confronto stona soprattutto con Sicilia e Sardegna, che si vedono assegnare rispettivamente 794 e 470 milioni di euro. Nel caso della Sardegna, regione che ha compartecipazioni tributarie più alte del Fvg pur con minori competenze, c’è addirittura un saldo attivo rispetto a quanto dovuto annualmente. Quanto al merito, Fedriga sostiene che, «in un momento in cui lo Stato sta facendo 85 miliardi di nuovo debito, non si può continuare a pretendere un contributo straordinario, come definito dalla Corte costituzionale, che a noi è necessario in questa fase per garantire i servizi ai cittadini. Come dire che ci impongono di tagliare il bilancio per consentire a Roma di fare le sue politiche. Dov’è finita l’unione di intenti?».

Fedriga, ieri, ha convocato i parlamentari della regione in videoconferenza per informarli dei numeri e delle sue forti perplessità e si è sentito con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il viceministro all’Economia Antonio Misiani e il sottosegretario sempre all’Economia Alessio Villarosa, trasmettendo la protesta di chi si sente «il più penalizzato in assoluto». Col 5 stelle Villarosa, tuttavia, il dialogo è aperto: «Lo ringrazio perché si sta impegnando moltissimo per trovare la miglior soluzione per tutti». I tempi? «Stiamo battagliando, difficile prevedere come andrà a finire».

Posizione molto diversa quella del Pd. «Lo stretto rapporto che abbiamo tenuto in particolare con il viceministro Misiani – commenta la deputata Debora Serracchiani – ha permesso di dialogare continuamente sulle partite finanziarie fondamentali per il Fvg. Avevamo avuto assicurazioni, il governo è stato di parola e continueremo». Ringrazia anche il segretario regionale Cristiano Shaurli per uno stanziamento «senza chiacchiere né propaganda». Precisa che i 459 milioni sono il 18,3% del totale del riparto, ricorda anche i 60 milioni arrivati ai Comuni e aggiunge sul metodo: «L’auspicio è che, qualora vi siano problemi, siano risolti e velocemente tra i presidenti, che peraltro sono tutti espressi dal centrodestra, e che non si perda un minuto per mettere le risorse a diretto beneficio di cittadini e imprese. Si ringrazi e si lavori: tutto il resto è propaganda politica». —


 

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