Da relitto a bomba ecologica, sos a Lissa

Nave greca affondata nel 1939 perde carburante dai serbatoi. Allarme per l’intero ecosistema. Capitaneria in azione
Di Andrea Marsanich

LISSA. Una bomba ecologica nel bel mezzo dell’Adriatico. Giorni fa è ripresa la fuoriuscita di mazut dal relitto del cargo greco Vassilios T, lungo 104 metri colato a picco nel 1939 in prossimità di Punta Stupisce, a poca distanza dalla località di Comisa, sull’ isola dalmata di Lissa.

A notare che dalla nave, adagiata a 50 metri di profondità, risalgono in superficie piccole gocce di colore scuro è stato il subacqueo Andi Marovi„, residente a Lissa città e il cui padre Lorenz fu il primo nel 2006 a notare l’inquinamento.

È da anni che Andi sollecita le competenti autorità croate ad intervenire in modo efficace per evitare il temuto disastro ambientale in un’area nota per le sue bellezze paesaggistiche. Finora senza risultati tangibili. «L’altro giorno – ha raccontato ai giornalisti – ho voluto visitare il relitto ed ho visto in prossimità della sala macchine circa 2 tonnellate di combustibile. Si nota chiaramente come una piccola colonna di combustibile stia fuoriuscendo, portandosi piano piano verso la superficie. Secondo i miei calcoli, circa 30–40 litri di mazut arrivano in superficie, creando chiazze oleose e visibili soprattutto quando il mare è in bonaccia. È evidente che i serbatoi contengano ancora un considerevole quantitativo di carburante. Di ciò ho informato la Capitaneria portuale di Spalato».

La Direzione statale per la tutela e il Salvataggio ha reagito subito, inviando l’informazione al Centro nazionale di ricerche e salvataggio in mare, con sede a Fiume, che ora sta seguendo l’evolversi della situazione. A detta di Duško Paulin, presidente della Federazione croata per le Attività subacquee, vi è un problema ed è senz’altro serio: «Purtroppo alcuni anni fa, all’atto di risanare la nave, non sono stati monitorati i serbatoi situati nella parte inferiore. Ora è difficile stabili quanto mazut sia ancora presente, ma tenuto conto delle capacità dei tank è possibile vi siano ancora tra le 50 e le 100 tonnellate. Vanno riportate quanto prima in superficie per evitare qualsiasi rischio per l’ambiente marittimo e costiero».

Si sa che il mazut della Vasillios T ha un contenuto solforoso del 12 per cento, mentre per gli attuali carburanti non si supera l’1 per cento.

Ricordiamo che la nave ellenica, costruita nel 1920 in Giappone e all’epoca dell’affondamento di proprietà dell’armatore greco Eleftherios Tricoglu, è stata proclamata bene culturale della Repubblica di Croazia, ed è costantemente méta di immersioni, con nugoli di subacquei che ammirano il relitto, ancor sempre ben conservato. Finora dalla nave sono state estratte più di 127 tonnellate di mazut ma evidentemente l’opera di recupero va ripresa. In fretta.

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