Da Pechino tre miliardi all’Est Europa
BELGRADO. Pechino è pronta a fare la sua parte, con prestiti e «nuovi modelli di finanziamento e investimento», per lo sviluppo economico dell’Europa centro-orientale e dei Balcani, condizione per garantire «sicurezza», pace e «stabilità» alla regione. È questo il messaggio più importante lanciato ieri a Belgrado durante il primo giorno del Terzo vertice Cina-Europa centro-orientale – con annesso affollatissimo Forum economico - dall’ospite d’onore del summit, il premier cinese Li Keqiang.
Premier che ha sottolineato che tutte le nazioni dell‘area condividono le aspirazioni della Cina, quelle di dare impulso all’economia, di «creare posti di lavoro», ma anche di migliorare «le infrastrutture». Per farlo, Pechino creerà un fondo dedicato agli investimenti in loco, da tre miliardi di dollari, da cui i Paesi interessati potranno attingere per sostenere i loro progetti di sviluppo, la promessa diretta a una regione che la Cina considera sempre più attraente come mercato di sbocco e come accesso al cuore dell’Ue.
Promessa accompagnata dall’annuncio della prossima creazione di un “Business Council” Cina-Europa dell’Est, strumento per approfondire i rapporti con Pechino. «Anche se è inverno», qui «si sente aria di primavera», di buoni affari, ha aggiunto il leader cinese.
«Tutti vogliamo un futuro economico migliore per i nostri cittadini», ha da parte sua affermato il padrone di casa, il premier Vucic, che ha ribadito che uno degli obiettivi primari dell’intera regione rappresentata ieri a Belgrado è quello di attrarre «investimenti» e di ricevere così anche «un’iniezione di forza e fiducia». Serbia che vuole entrare nell’Ue e diventare sempre più un «ponte» tra Est e Ovest, ha aggiunto il primo ministro del Paese balcanico. Paese che ha incassato ieri la conferma che si fa sul serio sulla modernizzazione della ferrovia Belgrado-Budapest con fondi cinesi. Lo studio di fattibilità sul progetto sarà realizzato entro giugno 2015. Ma altri progetti potrebbero ottenere robuste spinte, con o senza la mano della Cina. E questo quanto sperano i leader politici dell'area. Per la Romania, una delle priorità è «l’autostrada Belgrado-Timisoara», ha sottolineato il premier Ponta durante uno dei tanti bilaterali organizzati ieri con Vucic. Il Montenegro desidera lavorare su infrastrutture, puntare «sull’autostrada Bar-Boljare», ha auspicato il premier Djukanovic.
«Con il premier cinese si è discusso della rivitalizzazione della ferrovia Belgrado-Sarajevo, del corridoio 5C» ma anche di «settore energetico, agricoltura, industria del legno», ha dichiarato invece il bosniaco Bevanda. Lo sloveno Cerar ha da parte sua assicurato di essere rimasto colpito dalla «nuova energia» che traspare dalle azioni della classe dirigente serba. Cerar che ha rivelato poi che la Cina guarda sempre più al «porto di Capodistria», varco strategico per l’accesso delle proprie merci nell’Europa centrale.
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