Da Pechino a Trieste la rete internazionale degli istituti musicali si riunisce al Tartini

Il Conservatorio ospita a fine mese il primo meeting in Europa del network dell’alta formazione artistica promosso dalla Cina

TRIESTE È nata quasi due anni fa su iniziativa del China Conservatory of Music di Pechino, si riunisce per la prima volta fuori dal Paese del Dragone e lo fa a Trieste, portando nel capoluogo regionale non solo i vertici delle istituzioni coinvolte ma anche una rappresentanza di studenti, che la città per altro potrà vedere riuniti in un concerto speciale grazie a Lola, tecnologia “made in Trieste”. Si tratta della rete Gmel, acronimo di Global Music Education League, network internazionale che riunisce direttori e rettori di una trentina di conservatori e istituzioni di alta formazione artistica. Sorta di Nuova Via della seta in chiave musicale che però da Pechino si diparte in ogni direzione, dagli Usa all’Australia, dalla Corea del Sud al Regno Unito.

Di Gmel il conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste - unico in Italia assieme al “Rossini” di Pesaro - è fra i soci fondatori, invitato da Pechino alla prima riunione in Cina nel 2017. E dal 24 al 26 giugno sarà il Tartini a ospitare - sostenuto dal Miur con la Regione e in collaborazione con la Fondazione CRTrieste - l’iniziativa. Tre giorni mirati a rafforzare le basi comuni della rete, a implementare la mobilità di studenti e docenti, a raffrontare tradizioni musicali e a discutere di performance e didattica “da remoto” che Lola - per la quale l’evento sarà vetrina internazionale - rende possibile. Il sistema di videoconferenza che sfrutta le reti ad altissima velocità è nato ormai oltre dieci anni fa grazie al supporto del Tartini e della rete della ricerca italiana Garr, per poi diffondersi nel mondo. Proprio Lola e le possibilità che apre per didattica ed esecuzioni a distanza sarà appunto uno dei temi al centro del simposio.

Sullo sfondo - ma qui parliamo di prospettive lontane di cui porre le basi, precisa il direttore del Tartini Roberto Turrin - anche un obiettivo di lungo termine che potrebbe concretizzarsi nel riconoscimento reciproco di titoli di studio. Per ora il meeting sarà per il Tartini soprattutto occasione per rafforzare una vocazione internazionale su cui il conservatorio ha puntato molto negli ultimi anni, fino a essere «l’istituzione che in Italia maggiormente incentiva la mobilità», ricorda Turrin, e che è in testa alla graduatoria ministeriale nel riparto dei fondi premiali per l’internazionalizzazione. Così, se già ci sono all’attivo accordi bilaterali - come quello con la University of Toronto - «ci proponiamo di firmare altre intese, come quella con Cleveland, che ratificherà iniziative congiunte già attivate da tempo», racconta Turrin.

Sul versante del rapporto con la Cina - interviene il presidente del Conservatorio Lorenzo Capaldo, che nel 2017 firmò a Pechino l’ingresso dell’istituzione triestina in Gmel - «l’ambizione è di rinsaldare i legami non per diventare vassalli bensì interlocutori, da una posizione di forza dal punto di vista culturale» - sul fronte investimenti Pechino resta invece lontana anni luce - «così da far conoscere la nostra tradizione musicale e anche attirare studenti di qualità dalla Cina, tenendo presente che il Conservatorio di Pechino è forse il più importante di quel Paese, avendo forti collegamenti governativi». Il presidente Wang Liguang, anche alla guida di Gmel, è infatti direttamente supportato dal governo della Repubblica popolare cinese e in particolare - fa sapere il Tartini - dal vice primo ministro.

Anche Liguang sarà a Trieste per la tre giorni che si chiuderà con “Claire de Jazz”, concerto aperto al pubblico nella sede della Sissa. Con un percorso che, come dice il titolo, andrà da Debussy al jazz, ci sarà un ensemble di studenti delle varie nazioni coinvolte in Gmel impegnati in un concerto cui parteciperanno, in collegamento da una capitale europea, studenti “da remoto” grazie a Lola. E «il concerto - chiude Turrin - aprirà il nostro progetto per Esof 2020: siamo vicini a perfezionare il software che ci consentirà di attivare un collegamento a distanza a tre su base europea». —


 

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