Da Milano a Trieste, a viverci per sempre dopo la pensione: voi me lo consigliate? RISPONDIAMO A DONATELLA

TRIESTE “Caro direttore, scrivo per porre una domanda: perché potrei decidere di venire ad abitare a Trieste dopo oltre 30 anni di vita a Milano? Quali ragioni e quali opportunità?”. Inizia così una lettera arrivata qualche giorno fa via mail al direttore del Piccolo, Enrico Grazioli. Mittente è Donatella, una signora prossima alla pensione. «Un’emigrante», si definisce: nata nel Veneto Orientale, vive nel capoluogo lombardo, ma negli anni ’80 ha abitato a Trieste, dove ha studiato Economia all’Università, e un po’ anche a Londra. «La pandemia e il lockdown hanno accelerato la mia riflessione sulle priorità e sto riflettendo sull'opportunità di tornare verso casa, una volta raggiunta la meta della pensione, che credo sarà verosimilmente entro i prossimi 5 anni».
E qui arriva il quesito. Dove trascorrere gli anni del meritato riposo? A Trieste magari? Un guanto si sfida che abbiamo deciso di raccogliere, ascoltando le voci di dieci persone appartenenti a mondi diversi, che hanno dato il loro contributo, spiegando i motivi per cui Trieste può essere o meno la meta ideale per la pensione. Ne è uscito un affresco variegato, che non ha ovviamente la velleità di essere esaustivo, ma vuole fornire qualche spunto.
E voi cosa consigliereste a Donatella, che si si chiede se Trieste è la città giusta per vivere dopo il lavoro? Meglio qui o in una metropoli come Milano? E' ancora la città che lei si ricorda ai tempi dell'università? Qualità dei servizi, bellezze naturalistiche e architettoniche, occasioni per il tempo libero, i triestini... sono un buon biglietto da visita? Potete dirglierlo, attraverso questo form qui sotto:
Per quanto riguarda le voci illustri che abbiamo consultato, grazie al climatologo Filippo Giorgi, già componente del Comitato intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, che nel 2007 vinse il premio Nobel, si mette a fuoco quindi che Trieste gode di inverni ed estati imparagonabili a quelle di Milano, complice il mare. E anche che mare e Carso regalano prodotti unici che poi, come ci insegna il giovane chef Matteo Metullio, diventano poi eccellenze in tavola. A buon cibo e clima mite si aggiungono poi i caffè storici, mete del relax, vissuti senza frenesia dai triestini, come ricorda il titolare dell’Antico Caffè San Marco Alexandros Delithanassis. E poi, sottolinea Michela Zanetti, direttore della Scuola di specializzazione in Geriatria dell’Università di Trieste, c’è il tema anziani, privilegiati in questa città che garantisce loro molteplici attività. Per non parlare poi dei teatri, afferma l’attrice Ariella Reggio, trainata anche dall’inventiva di tanti gruppi giovani, e caratterizzata da un senso di comunità sconosciuto altrove, specifica la psicoterapeuta Natalia Filippelli.
Trieste isola felice e meta ideale per una pensione da favola quindi? Paolo Rumiz, con la sua vis polemica, descrive una città meno internazionale di un tempo, dove manca un luogo deputato alla sua storia. Una città individualista, evidenzia Michela Flaborea di Televita, e un po’ troppo “riposante” per Paolo Condò. E Donatella, la signora che ha scritto la lettera,a questo punto che farà? —
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