Da metà novembre a Trieste le richieste per i buoni spesa da 150 euro a testa
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Una nuova tranche di buoni spesa è in arrivo per i residenti del comune di Trieste. Chi è stato messo in ginocchio dall’emergenza economica potrà fare domanda da metà novembre e ricevere un aiuto per tirare avanti, pari ad almeno 150 euro per ogni componente del nucleo familiare. La giunta Dipiazza ha dato ieri il via libera alla misura già sperimentata nei mesi scorsi. All’epoca venne speso un milione e mezzo di euro e altrettanto viene stanziato adesso, grazie alla copertura dei fondi statali per l’erogazione di quelle che l’ordinanza della presidenza del consiglio definiva «misure urgenti di solidarietà alimentare».
I criteri stabiliti dall’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli sono simili a quelli del provvedimento precedente, con cui si erano favorite tremila famiglie. Chi farà richiesta dovrà essere residente a Trieste al momento della domanda e rispondere a una serie di requisiti su reddito e patrimonio. Per quanto riguarda le entrate familiari, queste andranno calcolate sulla base del principio di cassa e cioè su quanto effettivamente percepito dai componenti del nucleo nel mese precedente a quello dell’avvio della pratica (ottobre se si fa richiesta a novembre), conteggiando tutte le voci possibili: stipendio, pensione, invalidità, cassa integrazione, altri aiuti pubblici, reddito di cittadinanza e così via.
Entrando nel dettaglio, per un nucleo familiare composto da una sola persona, l’accesso ai buoni spesa è garantito per chi ha incassato meno di 500 euro, che diventano 780 euro, se la casa è in affitto o con un mutuo da pagare. Con due componenti, si sale rispettivamente a 700 e 980 euro, che diventano 900 e 1.180 in caso di tre persone. Per le famiglie con quattro o più componenti, le entrate devono stare sotto i 1.050 euro o i 1.330, ancora una volta distinguendo fra chi ha e non ha costi sull’abitazione. Oltre al reddito, si deve poi valutare la situazione patrimoniale: la delibera portata in giunta impone che i componenti del nucleo familiare non dispongano sui propri conti correnti di più di diecimila euro in totale. Non emergono invece limitazioni rispetto all’abitazione di residenza, che può essere di proprietà (anche senza mutuo sulle spalle), in affitto o in uso gratuito.
L’entità del buono spesa ammonta a 150 euro per componente della famiglia, ma Grilli si riserva di aumentarne l’entità a 200, «qualora si rilevasse la disponibilità di ulteriori fondi». Una possibilità concreta, perché la giunta si attende di ricevere ancora un milione di euro per questa voce. L’assessore spiega che «le domande non si potranno presentare prima della metà di novembre: daremo tutte le informazioni sul sito Rete civica». Quanto agli aspetti operativi, Grilli dice di voler «minimizzare i contatti dal vivo e utilizzare una piattaforma web che Tcd sta mettendo in piedi: un sistema di facile accessibilità, cui abbineremo un numero di telefono per facilitare le persone che non hanno un collegamento web».
In totale il Comune spenderà quattro milioni per i buoni spesa attivati quest’anno: «Si tratta di una parte dei fondi ministeriali – chiarisce Grilli – che abbiamo impiegato in modo virtuoso, riuscendo quindi a conservare risorse per questa seconda tranche. I fondi andavano spesi entro il 2020 e abbiamo ritenuto che questa fosse la forma più veloce e utile per farlo». Il totale ammonta per ora a tre milioni, ma «abbiamo contezza con ulteriori finanziamenti dedicati al Covid di poter reperire un altro milione». Secondo Grilli il provvedimento rappresenta «una busta della spesa di entità importante, che vogliamo mettere a disposizione prima di Natale a tutti quelli che sono stati colpiti dall’emergenza. La società non può andare avanti a contributi in modo continuativo e la classe politica deve mettere le persone in condizioni di guadagnarsi il pane, ma ora vanno messe in campo tutte le misure possibili». —
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