Da marzo a Trieste vola la vendita di sigarette: più che raddoppiata
TRIESTE Seppur di poco, ma il numero dei fumatori cresce a Trieste così come nel resto della regione. E dal momento della chiusura del confine con la Slovenia per l’emergenza Covid 19, le vendite di sigarette in città sono più che raddoppiate, con alcuni tabaccai nei rioni più popolosi della città che hanno visto anche triplicare gli affari.
A riferire di un lieve aumento dei fumatori sul nostro territorio, in controtendenza con il dato nazionale, sono i dati Istat che mettono a confronto le rilevazioni del 2018 e del 2019 sugli “Aspetti della vita quotidiana”. Prendendo in esame i residenti dai 14 anni in su, risulta che a livello regionale lo scorso anno i fumatori erano il 17,8 % dei residenti contro il 16,4 dei dodici mesi precedenti. Trieste con il 19,5% di fumatori sulla popolazione complessiva (quindi quasi uno su cinque), si piazza in testa alla classifica regionale. La zona del Fvg in cui si fuma meno, invece, è l’Alto Friuli.
Va detto peraltro che, rispetto agli abitanti delle regioni vicine, i friulan-giuliani sono leggermente più “viziosi”. La media del Fvg, infatti, è di superiore, seppur di poco, a quella del Nord Est, ferma al al 16,7%. I più “salutisti” in questo senso sono gli abitanti della Provincia di Bolzano17%. Quanto agli ex fumatori, in Fvg sono passati dal 26,2% dei residenti del 2018 al 25,9% dello scorso anno.
Ma qual è l’identikit del fumatore triestino? Incrociando i dati Istat con quelli del sistema sorveglianza sanitaria Passi, si scopre che a girare con il pacchetto in tasca sono soprattuto uomini: il 31% dei maschi tra 18 e 69 anni dichiara di fumare abitualmente. La percentuale di donne dipendenti dalla sigaretta in città, però, supera il dato nazionale (26% contro il 23%).
Le sigarette più vendute a Trieste, secondo una valutazione dei tabaccai, sono le Malboro, le Winston, Chesterfield e Camel. In regione il 96,3% dei fumatori fuma solo le classiche sigarette – erano il 98,6% del 2018 – a favore di sigarette elettroniche o, in pochi casi, della pipa. I dati Istat evidenziano inoltre come il vizio del fumo di sigaretta sia più frequente fra le classi socioeconomiche meno istruite e con minori disponibilità economiche.
Ma se da un lato si evidenzia un lieve aumento dei fumatori, dall’altro i dati Istat raccontano di una riduzione del consumo medio giornaliero in regione, passato da 11,2 a 10,9 sigarette al giorno. Il 4% (3,4% nel 2018) fuma più di 20 sigarette, ogni 24 ore, il 37,3% invece dalle 11 alle 20 sigarette, il 29,2% resta sotto le 6 al giorno.
Che negli ultimi anni non ci sia un calo dei fumatori a Trieste è confermato anche dai tabaccai, che registrano però in parallelo un mercato in netto aumento dei sistemi alternativi, come i vaporizzatori o le sigarette elettroniche, con i fumatori che tentano di ridurre i gravi danni causati dal tabagismo. Il vizio del fumo è difficile da combattere e l’Asugi offre programmi di prevenzione e di supporto a chi intende affrontare questa forma di dipendenza, e lavora costantemente per coordinare ed allargare la rete degli operatori sanitari che possono aiutare le persone fumatrici a smettere; con questi scopi sono state attivate collaborazioni e progetti specifici con il reparto di Medicina del Lavoro, la Diabetologia, la Pneumologia, il Centro per le malattie cardiovascolari, i medici di Medicina Generale e i farmacisti. Per maggiori informazioni è possibile contattare il Centro interdipartimentale prevenzione e cura al tabagismo di via ralli , nel comprensorio di San Giovanni, contattando lo 040.3997373. —
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