«Da Marangoni l’atelier, non opere» Il figlio a Fasan: «Bastava telefonare»

Al Comune di Monfalcone non è stata mai proposta l’acquisizione di altre opere, bozzetti, matrici, corrispondenza corredata da disegni dell’incisore Tranquillo Marangoni. Quanto invece in sostanza il figlio Aldo alla fine dello scorso anno ha ceduto alla Biblioteca apostolica vaticana. Assieme all’atelier del padre, per la cui valorizzazione a Monfalcone, invece, era iniziato un dialogo con l’amministrazione comunale del tempo ancora una decina d’anni fa. «È solo questo che il figlio Aldo è tornato a offrire, a un prezzo di 10 mila euro», sottolinea l’assessore alla Cultura Luca Fasan, che nella penultima seduta del Consiglio comunale è stato messo alle strette sulla vicenda dell’acquisizione delle opere da parte della Bav dalle interrogazioni presentate dai consiglieri de La Sinistra Cristiana Morsolin, del Pd Fabio Del Bello e della civica La nostra città Annamaria Furfaro.
«Non ci è stato inviato un inventario e l’unico in possesso dell’ente rimane quello datato 2012 e relativo solo ai contenuti dell’atelier, che vanno dal torchio a stella, il pezzo più pregiato, ai distanziatori, dal talco solido alla bottiglia di fissativo», aggiunge Fasan. Insomma, nessuna traccia di possibili altre opere da affiancare a quelle già confluite all’inizio del millennio nel Fondo Marangoni, acquisito dal Comune dopo aver raggiunto un’intesa con gli eredi. «A fronte di una lista dettagliata e chiara, in assenza della quale un ente pubblico non può di certo avviare una procedura amministrativa», sottolinea Fasan. «Come si fa a supporre cosa fosse in possesso del figlio Aldo quando l’unica proposta, ben precisa, era relativa ancora una volta al solo atelier?», si chiede l’assessore Fasan, che bolla come pretestuose le interrogazioni presentate dall’opposizione di centrosinistra.
«Il problema è che però con Aldo Marangoni non avete nemmeno voluto interloquire», la replica in aula Morsolin. Quanto in sostanza conferma anche il figlio dell’incisore, assieme, comunque, al fatto di aver offerto al Comune solo l’atelier, «come da accordi», e non le opere. «La mia richiesta era stata chiara, esplicita, educata – afferma –, e lasciava intendere, se mi avessero dato modo, anche un’”apertura economica”, tanto era il desiderio di completare con le opere già in possesso del Comune l’opera omnia di Tranquillo Marangoni a Monfalcone, nei cantieri o meglio, come promesso a suo tempo, al MuCa». Museo in cui è stata realizzata una mostra su Marcello Mascherini e poi sui Grandi transatlantici, mentre «Marangoni non è stato nemmeno menzionato, nonostante abbia arredato numerose grandi navi».
«Il sindaco Cisint e l’assessore non si sono degnati nemmeno una volta di rispondere alle mie raccomandate – ribadisce –, non tanto per educazione nei miei confronti, ma bensì nei confronti di Tranquillo Marangoni». L’acquisizione da parte della Biblioteca apostolica vaticana, che comprende anche opere recuperate dal figlio dopo il 2002, è, comunque, «un altro discorso», come chiarisce proprio Aldo Marangoni. «Certo è che gli strumenti e altro appartenenti all’atelier destinati a Monfalcone ora sono fortunatamente in Bav, con grande soddisfazione mia e della dirigenza vaticana», conclude l’erede dell’incisore. —
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