Da lunedì via l’automedica di notte a Monfalcone
MONFALCOENE Col tam-tam di una circolare interna, rimbalza fuori dal perimetro dell’ospedale San Polo lo stop all’automedica in fascia notturna. Nasce dunque lunedì, primo giorno di primavera, l’organizzazione 2.0 del Soccorso di emergenza sul territorio. A partire dalla prossima settimana verrà infatti mantenuta la presenza dei due mezzi a Gorizia e a Monfalcone solo ed esclusivamente a copertura dell’orario diurno, vale a dire dalle 8 alle 20, a maggiore incidenza di rischio. Nella fascia notturna, dalle 20 alle 8, entrerà in vigore la postazione dell’auto medicalizzata unica, con base ritenuta baricentrica dall’azienda sanitaria a Gradisca d’Isonzo, nel distretto di via Fleming. Si tratta, come già annunciato, di una modalità organizzativa propedeutica alla gestione definitiva del sistema di Soccorso di emergenza sul territorio isontino. Che durerà senz’altro fino alla prossima estate, in attesa cioè della copertura tramite concorso di alcuni posti - precisamente tre - a potenziamento del personale medico in ruolo.
Le Erinni dell’opposizione politica annunciano già le barricate, protestando per la manovra. Ma il dirigente del Pronto soccorso del San Polo, Alfredo Barillari, e con lui il dirigente medico della Direzione sanitaria dell’ospedale, Michele Luise, assicurano che sul fronte della sicurezza per il paziente «nulla cambierà». «Si tratta - così il dottor Barillari - di una operazione di razionalizzazione del Soccorso. Questa è la Provincia col più alto numero di automediche a fronte di esiti di salute identici, in termini percentuali, alle altre in cui vi è un minor numero di mezzi a disposizione dell’utenza. Considerando l’evento massimale, sotto il profilo dell’emergenza, cioè l’infarto, le percentuali di recupero dei pazienti presi in carico non si discosta per territorio ed è sempre pari a circa il 10%». Tradotto: su cento persone colte da colpo al cuore, statisticamente dieci riescono ad arrivare all’ospedale, indipendentemente che si trovino nella provincia di Udine, Trieste, Pordenone o Gorizia.
Di qui, stando sempre al ragionamento di Barillari, a fronte di «esiti sovrapponibili» non si potrebbe affermare che levando un mezzo i cittadini saranno esposti a maggiori rischi per infarto. La sospensione notturna dell’automedica «sorge dalla necessità di adottare il Piano dell’emergenza e prevede che nell’attivazione di un’auto medicalizzata vi sia una rivalutazione dei codici». In particolare il mezzo interverrà solo su quelli rossi e sui gialli se attivati dall’infermiere, formato a prendere la decisione sulla valutazione dei parametri.
Al termine del periodo di “interregno” «resterà in servizio una sola automedica h 24, con sede da definire». Da lunedì ve ne saranno una a Monfalcone (e a Gorizia) in fascia diurna e una a Gradisca in orario notturno. Resta chiaramente sempre attivo il servizio di autoambulanza. «Dal punto di vista della sicurezza del paziente - conclude il primario - non ci sarà alcun cambiamento». Stessa musica con Luise: «Il servizio fisiologicamente è diverso da quello precedente, ma per il paziente resta tutto immutato: il territorio, nelle sue emergenze, viene garantito. A intervenuta riorganizzazione, si potrà ragionare sulla qualità del servizio erogato. Non è detto non si possa avere una qualità migliore rispetto al passato, con questa riforma: il nuovo sistema punta a efficienza ed efficacia dei servizi». «Dunque - conclude - da parte dei cittadini non deve esserci preoccupazione».
Diversamente la pensa Anna Cisint della Lega, da sempre in prima fila contro la manovra sanitaria della giunta Serracchiani: «Ancora la mannaia sulla nostra sanità. Dopo i tagli ai servizi che stanno demolendo le “offerte” sanitarie degli ospedali di Monfalcone e Gorizia, senza che ci sia il benché minimo rafforzamento della sanità territoriale ora la Regione e la Direzione generale stanno mettendo in pratica quanto avevano prospettato». «Dunque attenzione - sottolinea la leghista -: potenziali e concomitanti infarti, ictus o incidenti stradali potrebbero mietere vittime nell’Isontino dal 21 marzo in poi!». «La sensazione - conclude - è che questa sia solo una prima mossa, perché il taglio dell’automedica diurna e dell’infermiere a bordo dell’ambulanza sarà in arrivo forse a breve. Intanto non pare proprio che il Pronto soccorso sia stato rinforzato: i casi da Odissea sono sempre più numerosi...».
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