Da Gorizia via alla legge che degrada Tito

Iniziativa di Fratelli d’Italia firmata nella piazza della Transalpina: «Proposta per revocare l’onorificenza di Gran Croce»
Bumbaca Gorizia 16.09.2018 Transalpina manifestazione FdI contro onorificenza a Tito © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 16.09.2018 Transalpina manifestazione FdI contro onorificenza a Tito © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Gorizia, Fratelli d'Italia chiede la revoca dell'onoroficenza a Tito

GORIZIA Una proposta di legge volta a modificare la n. 178 del 1951 che disciplina il conferimento e l’uso delle onorificenze. Firmata nella piazza Transalpina di Gorizia. L’intenzione è quella di revocare il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana nel caso in cui “l’insignito, anche se defunto, si sia macchiato di crimini crudeli contro l’umanità”. Solo così potrebbe essere tolta l’onorificenza, la massima prevista dal nostro ordinamento, al maresciallo Tito, a cui venne concessa nel 1969 (Capo dello Stato, allora, era Giuseppe Saragat).

Mozione leghista per il ritiro delle onorificenze a Tito
August 1963 --- Marshal Tito and His Wife --- Image by © Bettmann/CORBIS


La proposta è stata firmata, sul cippo che demarcava il confine fino al 30 aprile 2004, poi sostituito con una piastra speciale collocata al centro del mosaico realizzato per l’entrata della Slovenia nell’Ue. Primo firmatario è il deputato veneto di Fratelli d’Italia Luca De Carlo. Dello stesso partito, oltre a lui, alla Transalpina, c’erano anche il deputato friulano Walter Rizzetto e il senatore pordenonese Luca Ciriani, ma anche il deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin.

La scelta di Gorizia per annunciare la proposta non è stata certo casuale visto che l’intenzione consisteva nel presentarla in primis al sindaco del capoluogo isontino, Rodolfo Ziberna, e nel firmarla in sua presenza, in occasione del 71.mo anniversario della seconda redenzione della città, ossia il suo ritorno all’Italia dopo la parentesi, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, costituita dal controllo Alleato, tra il 1945 e il 1947. Né casuale è stata la scelta della Transalpina, che ben permette di vedere il versante del monte Sabotino su cui il nome di Tito, tracciato con pietre bianche collocate ad hoc, ancora troneggia come ai tempi della Jugoslavia.

Alt alle onorificenze del maresciallo Tito, la Lega incassa il sì di forzisti e patrioti
Cittadini di Sarajevo depongono fiori davanti a una statua del maresciallo Tito in un'immagine del 25 maggio 2006, in occasione del 114/o anniversario della nascita del leader jugoslavo. Sono passati 30 anni dalla morte del maresciallo Tito e quasi 20 dall'inizio della disgregazione della Jugoslavia multietnica da lui creata, ma in Serbia e nel resto della vecchia Federazione non scompare la predilezione per 'Jugo', il prefisso (radice slava per 'sud') che mantiene ancora per molti un alone di quel benessere, stabilita' e autorevolezza che a detta di tanti caratterizzavano la Jugoslavia socialista e non allineata di Josip Broz Tito. FEHIM DENIR / ANSA

Tutti d’accordo (De Carlo, Rizzetto, Ciriani, Pettarin, Ziberna) nel criminalizzare l’operato dell’ex presidente della Jugolavia, nell’affermare che la tragedia delle foibe in Parlamento (e non solo) sia ancora misconosciuta, nel ribadire l’importanza di tener viva la memoria storica, nel ricordare che, nel 2011, la Corte Costituzionale della Slovenia ebbe a sancire il divieto di intitolare vie, strade al maresciallo. Perché, insomma, l’Italia dovrebbe continuare ad avere Tito tra i Cavalieri di Gran Croce? Tra pochi giorni la proposta di modificare la legge del 1951 approderà in Parlamento.

È impossibile, invece, individuare la tempistica necessaria per sapere se e quando al maresciallo verrà revocata la massima onorificenza italiana. «Contiamo di concludere l’iter entro la legislatura», afferma, sul punto, De Carlo, assicurando che «solleciteremo la cosa in ogni nostro intervento in aula».

Alla stessa maniera è stato garantito da più parti che la figura di Clara Morassi Stanta, paladina delle verità sulle deportazioni titine e che cercava la foiba in cui venne gettato il padre, scomparsa nei giorni scorsi, in Parlamento verrà costantemente ricordata.

Addio a Clara Morassi paladina della verità sulle deportazioni titine
Bumbaca Gorizia Festa Repubblica ricevimento © Foto di Pierluigi Bumbaca

«Il conferimento dell’onorificenza a Broz Tito Josip – si legge nella proposta – deve essere valutato in ragione del momento storico in cui lo stesso ha avuto luogo, un momento in cui l’indagine storica non aveva ancora portato alla luce, in tutta la loro odierna indiscutibile verità, i crimini di cui si era macchiato il decorato. Un errore, figlio di quel tempo, cui oggi si deve porre rimedio in nome di tutte le vittime delle imperdonabili atrocità commesse sulla base delle direttive politiche impartite personalmente dal Cavaliere di Gran Croce Broz Tito Josip». —


 

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